Articolo a cura di Metella Orazi.
James Mcbride, per sua stessa ammissione, ha impiegato quattordici anni per conoscere e riportare alla luce il passato misterioso della madre e da scrittore di talento ha trasportato la sua esperienza in un romanzo, Il colore dell’acqua, uscito nel 1996 in America e in Italia nel 2025 grazie a Fazi.
Il colore dell’acqua
Rachel Deborah Shilsky cresce nell’America degli anni ’20; è arrivata da piccola dalla Polonia, dove è nata in una famiglia ebreo polacca in cui vige la severità di Tate, un uomo e padre violento, e la dolcezza della madre Mame, che dimostra con la tenerezza il suo amore.
Quando ero piccolo non ho mai saputo da dove venisse mia madre: dove fosse nata, chi fossero i suoi genitori. Quando glielo chiedevo mi rispondeva: «Mi ha creata Dio». Quando le domandavo se fosse bianca mi diceva: «Ho la pelle chiara», e cambiava discorso.
Nel 1941 Rachel Deborah Shilsky compie un atto rivoluzionario per l’epoca: fugge ad Harlem e l’anno successivo sposa l’ uomo di cui è innamorata, che è nero, e non quello che vorrebbero i genitori; da quel momento muore come Rachel – perché la famiglia la ripudia – e rinasce come Ruth, una donna libera, che mette al mondo 12 figli con due padri diversi.
James fino all’adolescenza non sa nulla del passato della madre, poi comincia ad intuire qualcosa su come lei sia arrivata a mettere su una famiglia così numerosa composta da persone brillanti, colte, che fa studiare tutte, facendole diventare medici, professori, chimici, insegnanti. Ormai adulto le domande che da ragazzino non osava fare si affacciano prepotentemente e James non le può più trattenere; il figlio interroga la riluttante madre sulla sua straordinaria vita.
Sono morta.
Tu vuoi parlare dei miei familiari ma per loro io sono morta da cinquant’anni. Lasciami in pace. Non seccarmi. Loro non ne vogliono sapere di me e io non ne voglio sapere di loro. Sbrigati a finire questa intervista. Voglio vedere Dallas.
Il passato di Ruth è ancora una ferita aperta, ma la sofferenza che l’ha costretta a fuggire dalla famiglia di origine ha contribuito a creare una persona forte e determinata che protegge con le unghie e con i denti i propri affetti, ma, a sua volta, pretende dai figli un rigore morale irreprensibile e un impegno scolastico costante.
Ruth è sempre l’unica bianca in un mondo di neri, anche in chiesa, dove ha incontrato e iniziato ad amare il Dio dei cattolici, per lei però la questione del colore della pelle non è rilevante, lei sceglie grazie ai sentimenti con chi condivide la vita.
«Perché piangi in chiesa?», le domandai un pomeriggio dopo la funzione.
«Perché Dio mi rende felice».
«E allora perché piangi?».
«Perché sono felice. C’è qualcosa di strano?».
«No», dissi, ma in effetti qualcosa c’era perché le persone felici non piangevano. Sembrava che le lacrime di mia madre sgorgassero da un altro luogo, un luogo lontano, interiore, che lei non ci permise mai di visitare, ma anche quando ero bambino avvertivo che dietro quelle lacrime si nascondeva il dolore. Pensavo che piangesse perché voleva essere nera come tutta l’altra gente in chiesa, forse perché Dio preferiva i neri, e un pomeriggio, mentre tornavamo a casa, le chiesi se Dio fosse bianco o nero.
Un profondo sospiro. «Oh, piccolo… Dio non è nero. Non è nemmeno bianco. È uno spirito».
«Preferisce i neri o i bianchi?».
«Ama tutti quanti. È uno spirito».
«Che cos’è uno spirito?».
«Uno spirito è uno spirito».
«Di che colore è lo spirito di Dio?».
«Di nessun colore», disse. «Dio è del colore dell’acqua. L’acqua non è di nessun colore».
McBride, con stile delicato ed emozionante, intreccia la propria esperienza di ragazzo nero con quella di sua madre, e ciò che diventa è il risultato dell’influenza della donna, delle sue idee e delle sue convinzioni che, pur con palesi contraddizioni, lo formano, anche quando non sono così coerenti, come per esempio nella scelta delle scuole da frequentare, la madre ritiene i bianchi dei prevaricatori nei confronti dei neri, ma manda ugualmente tutti i figli nelle loro scuole, perché sono migliori e più utili in prospettiva futura.
Il colore dell’acqua ci regala una travolgente figura di donna che sceglie di vivere in un mondo né bianco né nero, ma di una gamma molto più vasta di colori.

un libro per chi: non smette di indagare il passato per capire meglio il presente
autore: James McBride
titolo: Il colore dell’acqua
traduzione: Valentina Daniele
editore: Fazi
pagg. 240
€ 18