Il cuore della foresta di Amity Gaige

Sulla copertina de Il cuore della foresta di Amity Gaige c'è la foto del volto di una giovane donna, incorniciata da foglie

Articolo a cura di Metella Orazi.

Nella parte orientale dell’America del Nord c’è una catena montuosa, gli Appalachi, che per la sua bellezza attira molti camminatori che qui possono viaggiare per un sentiero dentro la natura incontaminata, lungo circa 3100 km. Ogni anno, durante il percorso scompaiono, per varie ragioni, una media di sei persone; una di queste è la protagonista del nuovo romanzo di Amity Gaige, Il cuore della foresta, pubblicato da NN Editore.

Il cuore della foresta di Amity Gaige

Tutti hanno un motivo per fare il sentiero.
E non è mai perché sono amati e in pace.
Il mio qual era?
Be’, immagino che fosse guarire.

Valerie Gillis ha quarantadue anni, è una ex infermiera appassionata di escursioni che dopo aver passato lavorando il periodo molto duro della pandemia, è svuotata e sente tutta l’insensatezza della vita, per questo ha deciso che è giunto il momento per un viaggio in solitaria, alla ricerca della serenità, senza il marito.
Nei boschi fitti del Maine, vicina alla sua prossima tappa, Valerie si perde.

È difficile capire che boschi sono questi finché non li vedi. Non sono boschi normali con dolci pendenze piene di luce che filtra tra i rami e grandi alberi che creano un sottobosco ordinato. Sono boschi fitti, boschi da strega, scuri di muschio, dove gli alberi lottano per la luce dalle radici alla chioma, tutto si tende verso l’alto, perfino le pianticelle che spuntano dall’humus di foglie. Questi boschi sono un caos di roccia, terra, rovi e radici. Hanno un odore pungente, quasi di sangue. Più che camminare i cercatori strisciano, districano, si fanno strada a fatica.

Per ritrovare la donna si attivano i soccorsi e a capo delle squadre di ricerca c’è la tenente Beverly, guardia forestale esperta e determinata a ritrovare la donna il più presto possibile, perché sa che quanto più passano le ore senza indizi, tanto più le speranze di ritrovarla si assottigliano.

Tra chi si interessa della vicenda – che nel frattempo ha raggiunto i media – c’è Lena, una settantenne residente in una struttura per anziani nel Connecticut, appassionata di birdwatching e molto solitaria, che segue la vicenda sui social.

Le tre donne sono legate da un filo invisibile e mentre Lena cerca un modo per aiutare nelle ricerche che Beverly svolge incessantemente, Valerie per non impazzire scrive lettere alla madre in cui riflette sulla sua vita.

Sono diventata un’infermiera per aggiustare cose.
Un’infermiera sa di dover affrontare la morte, naturalmente, Voglio dire che nel nostro corso di studi impariamo come aiutare la gente a morire. Vale a dire che studiamo come interpretare i loro bisogni e dar sollievo al dolore quando la fine si avvicina. Capiamo che aiutare le persone a morire con dignità è un onore. Allora come fa l’infermiera a capire il suo stesso lavoro quando è avvolta nella plastica, ha la bocca nascosta da una mascherina, gli occhi da un visore, mentre quelli della persona morente cercano i suoi cari, in un vuoto assoluto di dignità.

Amity Gaige instilla il dubbio che la scomparsa di Valerie non sia un incidente e grazie alla scrittura vivida e coinvolgente ci immerge nell’atmosfera boschiva, in cui il silenzio costringe ad ascoltare i pensieri.
L’ autrice americana riesce a trattare alcuni tra i temi più importanti degli ultimi anni, come per esempio la resilienza di fronte ad una tragedia enorme come quella della pandemia da Covid-19.

La domanda è: cosa ci tiene in vita?

Il cuore della foresta è un romanzo incalzante che con il passo del thriller senza esserlo, esplora i rapporti complicati tra madre e figlia, e attraverso i diversi punti di vista in cui è narrata la storia ci rivela che la verità non ha quasi mai una sola faccia.

un libro per chi: si perderebbe volentieri nel bosco per ritrovare se stesso

autrice: Amity Gaige
titolo: Il cuore della foresta
traduzione: Valentina Daniele
editore: NN editore
pagg. 334
€ 20

Chi ha scritto questo post?

Marchignola (marchigiana+romagnola), vive al mare, che ama in tutte le stagioni.
Per quasi vent'anni è stata libraia e ora, pur senza libreria, continua a pensare e agire da libraia: parla di libri, fotografa i libri che vorrebbe e quelli letti per ricordare di averli letti e continua a impilare libri su libri che forse un giorno leggerà.
Ama i gatti, i viaggi, la storia dell’arte, il cinema e il teatro, insomma, tutto ciò che racconti il mondo.
Crede fermamente nel potere delle storie e della condivisione, perché se la lettura è un atto solitario, i libri sono fatti apposta per creare connessioni. Non chiedetele di scegliere un libro preferito, potrebbe entrare in crisi, cambiando idea di continuo.

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