Confessioni audaci di un ballerino di liscio di Paola Cereda

Confessioni audaci di un ballerino di liscio di Paola Cereda

Scrivere di libri significa godere di grandi fortune.
Come conoscere Paola Cereda, appena uscita in libreria con il suo quarto romanzo, dal titolo wertmulleriano Confessioni audaci di un ballerino di liscio, edito da Baldini+Castoldi.
Sono stata invitata dalla casa editrice a incontrare Paola, per sentirla raccontare con grande passione la storia di Frank Saponara, ballerino di liscio e proprietario del Sorriso dancing club, balera che da cinquant’anni accoglie personaggi bizzarri e raccoglie le storie del Polesine più profondo.

Ora ditemi, di fronte a una scrittrice con questo sorriso entusiasta, non sareste rimasti incantati anche voi?

Paola Cereda

Paola Cereda ci ha raccontato che un giorno ha sentito l’esigenza di scrivere un romanzo con protagonista un uomo che si chiamasse Saponara di cognome. Direte: ma che stranezza, è così che allora nascono i personaggi?
A volte va proprio così, basta un cognome, magari sentito durante una partita di calcio – Riccardo Saponara è centrocampista della Fiorentina – per dare vita a un personaggio dal carattere sfaccettato come quello di Frank Saponara, erede di un impero, quel Sorriso dancing club dove si balla il liscio puro e vero e in cui si va alla ricerca dell’allegria, in una terra ricca di ombre come il Polesine.

Perchè Paola ha ambientato il romanzo in un territorio sconosciuto ai più? Proprio per la dicotomia tra l’idea di quell’angolo di Veneto e il significato di spensieratezza e allegria.
Sarebbe stato troppo facile scegliere di raccontare la vita di una balera in Romagna, terra che trasuda gioia e risate da ogni muro, strada, storia.
Il Polesine è una terra difficile, povera, depressa, dove l’acqua di fiume e la nebbia la fanno da padrone, rendendo l’atmosfera perfetta per storie malconce e malinconiche.
Un territorio che Paola Cereda ha voluto scoprire, trascorrendovi le vacanze di Natale e il Capodanno, perchè da vera narratrice di storie sa essere beatamente ignorante davanti a un luogo, in modo da percepirne l’essenza attraverso il racconto di chi ci vive.
Da quei racconti sono nati i fantasiosi (ma non troppo) personaggi protagonisti del libro.

Confessioni audaci di un ballerino di liscio di Paola Cereda

Affascinata e intenerita dal modo in cui gli esseri umani ricercano l’allegria, Paola ha creato un micromondo di uomini e donne che raccontano le proprie storie, secondo una verità narrativa mutevole dipendente da chi, in quel momento, la espone.

Nel libro troviamo la storia di Frank, che del Sorriso Dancing Club ha fatto una ragione di vita. O meglio, che del Sorriso ha fatto una scusa per rimanere eternamente giovane, lontano da legami forti e responsabilità affettive. Un uomo solo, che crede di non avere regole ma che, in realtà confonde l’allegria con la felicità, tutti giorni fa l’allegro per non dire a se stesso che, in fondo, non riesce a essere contento.
Queste le parole dell’Ancilla, madre di Frank e vedova del Carlin (fondatore del Sorriso), che cerca di spronare il figlio dandogli un esempio forte e vivendo ogni giorno al massimo delle sue possibilità. Una vera non-groupie l’Ancilla, che va a convivere con il nuovo fidanzato, che indossa calze autoreggenti, che mangia rane in tutte le salse, che fa l’amore e si diverte. E fa tutto questo in un paese minuscolo, dove le malelingue sono dietro l’angolo.

Sono tanti i personaggi degni di nota, raccontati con cura e attenzione dalla straordinaria sensibilità dell’autrice.
E c’è una trama che pare leggera ma che traccia in profondità l’animo umano, una vicenda che sfiora anche il giallo, con la morte del poeta di paese Vladimiro Emerenzin, amico e mentore di Frank, ritrovato riverso sulla spiaggia con in mano un biglietto omaggio per il Sorriso e una misteriosa parola appuntata sopra.

Come sarà morto l’Emerenzin? E Frank riuscirà a diventare finalmente un adulto felice?

Da questo incontro così speciale, ho portato a casa con me non solo le emozioni di Paola ma anche una delle pietre del buon consiglio del poeta Emerenzin.
Una frase che in questo periodo sento particolarmente vicina, e non credo affatto che questo sia un caso.
L’Emerenzin sa tante cose, pure le mie.

Confessioni audaci di un ballerino di liscio di Paola Cereda

Elena Giorgi

Emiliano-romagnola, ragazzina negli anni ’80, si è trasferita a Milano nel 2008 e per molto tempo è stata un angelo custode di eventi. Oggi lavora tra sport e turismo, anche se a vederla non si direbbe. Da anni si occupa anche di libri: modera incontri letterari, ha ideato e realizzato la rassegna Segreta è la notte e conduce diversi gruppi di lettura. Pratica mindfulness, sogna sempre le montagne e ogni giorno sceglie di sorridere. È meno cattiva di quello che sembra e vorrebbe morire ascoltando “La Bohéme” di Puccini.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto