Donnaregina di Teresa Ciabatti

Sulla copertina di Donnaregina di Teresa Ciabatti c'è la l'immagine di un bambino al mare, che ha poggiato sui capelli un polpo

Donnaregina è probabilmente il capolavoro di Teresa Ciabatti e viene spontaneo paragonare la narrazione della scrittrice a quella a cui ci ha abituati l’immenso talento di Emmanuel Carrére, ma con una sostanziale differenza: se il francese – pur forse non volendolo sempre – rimane algido, altezzoso e distante dal suo pubblico, Ciabatti riesce, nel bene e nel male, a oltrepassare la pagina, scatenando un ventaglio di reazioni che vanno dal fastidio all’affetto sincero, emozioni che rendono sempre e comunque partecipe chiunque la legga.

Donnaregina

Questa volta la scrittrice è alle prese con un ex boss camorrista incontrato per quella che avrebbe dovuto essere “solo” un’intervista per un giornale.
Lui è Giuseppe Peppe Misso, detto ‘o Nasone, dal 2011 collaboratore di giustizia sotto il programma di protezione, delinquente convinto di essere anche e soprattutto un benefattore, perché nella Napoli degli Anni 70 e 80 lo Stato è così assente da far sembrare santo pure chi ha sulla coscienza almeno 150 omicidi, se mentre uccide si preoccupa anche di aiutare chi ha più bisogno.

Non basta però l’intervista a chiudere il rapporto tra l’uomo e la scrittrice; lui, amante del vestire elegante e devoto ai colombi che da sempre alleva, trova in lei, tanto curiosa quanto all’apparenza maldestra, la spalla a cui poggiarsi per lasciare che la sua visione di sé diventi un’opera letteraria degna di nota.
Lei accetta, per dovere ma soprattutto per vanità, il gravoso impegno di scrivere un intero libro, nonostante nella sua famiglia qualcosa le stia sfuggendo di mano.

… la mia non è tanto fascinazione del male, piuttosto interesse per il lato di umanità: sentimenti, legami. Uno non ci pensa mai che i cattivi hanno una normalità, e a forza di pensarli lontani, a forza di relegarli in una dimensione remota, oltre a semplificare, proteggiamo noi stessi, credo.

Chi sta raggirando chi? L’ex boss convinto che lei sia una sprovveduta? La scrittrice che da sempre (si veda La più amata) ostenta una spudorata sincerità che pare renderla sempre innocente?

In questo gioco della parti, i due trovano un punto d’incontro nel rivelare le ferite profonde che squarciano i genitori quando i figli soffrono.
Lui è stato il primo boss ad ammettere di avere un figlio omosessuale, a non farlo sparire nel nulla come accadeva ad altri nel testosteronico giro mafioso; lei, la scrittrice che più di ogni altra ha raccontato l’orrore dell’adolescenza, non riesce a vedere la tragedia che incombe sulla figlia tredicenne.

Che sia senso di responsabilità, il dovere di portare a termine il lavoro, che sia bisogno di aggrapparmi a qualcosa nell’attimo in cui tutto traballa, o forse – me lo chiedo in treno, in viaggio verso la località segreta -, forse un modo di allontanare il dolore. Di certo non coraggio, né ricerca della ragazza intrepida che ero – mitomane, scapestrata, capricciosa, dissociata, quella che di fronte al cadavere del padre affermava non è lui, è uno scambio di persona. Pensando alla ragazza: fin qui i lutti sono stati inciampi, passaggi di dimensione comunque accessibili, Nei sogni, nelle fantasticherie, lei visionaria riportava gli affetti in vita, continuava a questionare con ciascuno, accuse al padre, rimproveri alla madre. Non si è mai distaccata dai propri morti. Ha negato il concetto di fine, cosa che sta facendo di nuovo – che sia questo portarla dal boss. “Se esiste il senso della realtà deve esistere anche il senso della possibilità”, Robert Musil – ed è una citazione mia.

Teresa Ciabatti è la regina della narrativa che si muove sul confine tra realtà e finzione; è l’autrice che più e meglio di chiunque altro incanta, ipnotizza e soggioga lettori e lettrici, che per tutto il tempo continuano a domandarsi quanta verità ci sia tra le pagine e quanto dramma sia frutto di puro talento creativo, se non addirittura di fantasia mitomane.

Donnaregina, però, aggiunge una nuova sfumatura all’arcobaleno emotivo che caratterizza le opere di Ciabatti, forse perché la voce della scrittrice protagonista è cresciuta, maturata, non è più la stessa dei precedenti romanzi, guarda e finalmente vede davvero anche gli altri; è da questa sua inedita capacità di mettersi da parte che nasce in chi legge la potente commozione che arriva in fondo, su quelle ultime pagine che mostrano con estrema franchezza la determinazione di una madre, pronta a tutto per amore di sua figlia.
Un romanzo bellissimo, da leggere senza esitazione.

un libro per chi: non crede nel male assoluto

autrice: Teresa Ciabatti
titolo: Donnaregina
editore: Mondadori
pagg. 219
€ 19

Chi ha scritto questo post?

Emiliano-romagnola, ragazzina negli anni ’80, si è trasferita a Milano nel 2008 e per molto tempo è stata un "angelo custode di eventi".
Da anni si occupa anche di libri: modera incontri letterari, ha ideato e realizzato la rassegna Segreta è la notte e conduce diversi gruppi di lettura.
Pratica mindfulness dal 2012, sogna sempre le montagne e ascolta musica jazz.
È meno cattiva di quello che sembra e vorrebbe morire ascoltando “La Bohéme” di Puccini.

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