Il tenente di Andre Dubus

Il tenente di Andre Dubus

Articolo a cura di Metella Orazi.

Daniel Tierney, il protagonista de Il tenente di Andre Dubus, edito da Mattioli 1885, a soli venticinque anni, si ritrova per la prima volta al comando di un distaccamento sulla sua nave da guerra Vanguard, ma quella che doveva essere la prima esperienza importante della sua carriera, rischia presto di precipitare in qualcosa di complicato da gestire.

Il tenente

Dubus, maestro del racconto, annovera un unico romanzo nella sua produzione e questo fu anche il suo libro d’esordio nel 1967.

Tierney, nel 1957, è da sei mesi sulla portaerei USS Vanguard e sente l’onore e il prestigio di essere imbarcato sulla più grande nave del Pacifico. Dan sa che i marines sono contornati da quell’aura di esclusività in cui solo i più alti, prestanti e virili vengono reclutati, anche se lui stesso non arriva a un metro e ottanta e intorno a sé vede ragazzi con l’acne e mal rasati.

Era riuscito a sentire una sola frase dell’intero del discorso, che gli si era impressa nella mente: aveva continuato a risuonargli nelle orecchie per il reso della serata, mentre bevevano birra da boccali d’argento, mentre si chinava su un cesso e vomitava senza slacciarsi il colletto o sporcarsi l’uniforme, e anche dopo quando aveva finalmente raggiunto la sua stanza alle cinque del mattino. Hai sentito che cosa ha detto quel generale? Aveva detto al suo camerata. Ha detto… ha detto: la carriera di un ufficiale dei Marines è vivere una menzogna e farla diventare reale.
Non aveva mai dimenticato quelle parole.

A causa di una banale insubordinazione, Dan è costretto a prendere un provvedimento disciplinare verso Ted Freeman, un giovanissimo soldato scelto, che, si scopre, viene vessato dai suoi compagni.
Ted diventa l’altro protagonista del racconto perché coinvolto nelle violenze che si compiono sulla nave, emergono grazie a lui gli aspri rituali di iniziazione sia fisica che psicologica che alcuni fanno impunemente.

Ted Freeman aveva sempre avuto la reputazione di bravo ragazzo, che raramente a casa o a scuola veniva punito, che non era nemmeno mai stato fermato da un vigile, un ragazzo per bene da sempre vittima di maltrattamenti, come se il primo bullo avesse impresso su di lui un marchio che gli era rimasto per tutta l’infanzia. Istigando anche il meno sadico e facendo sì che Ted venisse preso a calci solo per il fatto di essere ciò che era.

La storia personale di Dan e quella di Ted, partite in sordina, vengono svelate con uno stile asciutto e diretto che cesella le due figure rivelandone man mano i tormenti psicologici senza infiocchettare la vita militare di orpelli patriottici, tutt’altro, i protagonisti prendono sempre più coscienza di dover fare i conti tra realtà e idealizzazione dell’esistenza che hanno scelto.

Ne Il tenente, la sensibilità rara della scrittura di Dubus sottopone ai lettori e alle lettrici, tramite le azioni e i pensieri dei personaggi principali, alla visione di un mondo di per sé tradizionalista al quale però contrappone, non senza tormenti e indecisioni, la necessità di non tradire gli ideali di giustizia e libertà ai quali sono legati.

Il tenente di Andre Dubus

un libro per chi: non si farebbe mai mancare l’opera che chiude la produzione di Andre Dubus pubblicata integralmente in Italia da Mattioli 1885 e per chi ama gli esordi che hanno dentro di sé già molti dei temi cari all’autore

autore: Andre Dubus
titolo: Il tenente
traduzione: Nicola Manuppelli
editore: Mattioli 1885
pagg. 248
€ 16

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Marchignola (marchigiana+romagnola), vive al mare, che ama in tutte le stagioni.
Per quasi vent'anni è stata libraia e ora, pur senza libreria, continua a pensare e agire da libraia: parla di libri, fotografa i libri che vorrebbe e quelli letti per ricordare di averli letti e continua a impilare libri su libri che forse un giorno leggerà.
Ama i gatti, i viaggi, la storia dell’arte, il cinema e il teatro, insomma, tutto ciò che racconti il mondo.
Crede fermamente nel potere delle storie e della condivisione, perché se la lettura è un atto solitario, i libri sono fatti apposta per creare connessioni. Non chiedetele di scegliere un libro preferito, potrebbe entrare in crisi, cambiando idea di continuo.

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