Questione di virgole di Leonardo G. Luccone

Questione di virgole di Leonardo Luccone

Un testo è chiaro quando non percepiamo il linguaggio di cui è fatto. C’è astrazione nel linguaggio.
Paul Valéry

È lo scrittore, poeta e filosofo francese lo spirito guida di Leonardo G. Luccone, autore dell’ottimo saggio Questione di virgole.
Un libro, edito da Laterza, che non è solo un manuale sulla punteggiatura e non è nemmeno un banale vademecum di regolette da applicare: Questione di virgole è soprattutto una lucida, divertente e coinvolgente analisi dell’utilizzo che in letteratura si fa dell’interpunzione.

Questione di virgole

Luccone, con l’entusiasmo di un bambino nel negozio di caramelle, ci coinvolge nell’analisi di alcuni testi, noti e meno noti, per comprendere il giusto utilizzo della punteggiatura.
Fermo restando che, come ci suggerisce l’autore, ci basterebbe leggere Manzoni per avere tutte le risposte.
Ed è proprio partendo dai classici che ripercorriamo anche la storia di questi piccoli segni, capaci di rendere un testo bello o brutto, significativo o inutile, corretto o sbagliato.

Perché accanirsi su ortografia e punteggiatura, allora? Perché punteggiatura e ortografia sono l’abito che fa il monaco, sono il condimento che fa il primo piatto, sono una vasta parte dell’essenziale. Se la sintassi è quella porzione della lingua che incatena il contenuto al pensiero e lo rende organicamente espresso, la punteggiatura rappresenta il segno del comando; e l’ortografia è la capacità di stare al mondo.

Con una serie di esempi letterari e una narrazione brillante ma rigorosa, Leonardo Luccone ci accompagna verso la conoscenza e ci fa comprendere quale sia il modo più corretto per dare risalto alle parole che scriviamo.

Provate a vederla in questo modo: le parole e le frasi sono unite da tanti piccoli elastici. È questo che fa la punteggiatura: tiene insieme le parole con diversi gradi di dilatazione; nessi estensibili tra le parti.

La duttilità della virgola, che spesso viene dimenticata e banalizzata a segno utile per cadenzare il respiro durante la lettura, è chiarita una volta per tutte, soprattutto grazie alla grande capacità di Luccone di rendere comprensibile e convincente qualsiasi regola grammaticale, utilizzando esempi calzanti ed efficaci (che sono anche un ottimo spunto per approfondire la conoscenza di grandi autori).
L’autore – direttore dell’agenzia letteraria Oblique, traduttore ed ex direttore editoriale – riesce anche a ridare dignità al punto e virgola, spesso sottovalutato, e ai due punti, messi troppo spesso in disparte.

Un mio personalissimo plauso va al capitolo dedicato all’incomprensibile linguaggio burocratico, a cui io stessa sono spesso costretta a ricorrere per motivi professionali, lasciando poi che le mie due personalità letterarie facciano a botte, soffrendo non poco.

Con Questione di virgole dimentichiamoci la noia dei manuali scolastici e andiamo oltre a un mero elenco di nozioni da imparare a memoria!
Scoprire il più efficace utilizzo della punteggiatura è una gran bella avventura e l’acquisizione di questa capacità è un salvifico super potere, sempre molto utile a chi della scrittura ha fatto una passione, un lavoro, un passatempo, un personale piacere.

Perché, come ci ricorda lo stesso Luccone:

La lingua va coltivata, giorno dopo giorno. È un atto di amore organico. È un atto di passione. È un atto civile.

Mai come in questi tempi, imbruttiti da orrori ortografici pullulanti sui social, la civiltà della corretta grammatica è un salvagente a cui aggrapparsi.

Questione di virgole di Leonardo Luccone

un libro per chi: scrive, per chi legge, per chi ha voglia d’imparare; per TUTTI

autore: Leonardo G. Luccone
titolo: Questione di virgole
editore: Laterza
pagg. 264
€ 16

Chi ha scritto questo post?

Emiliano-romagnola, ragazzina negli anni ’80, si è trasferita a Milano nel 2008 e per molto tempo è stata un "angelo custode di eventi".
Da anni si occupa anche di libri: modera incontri letterari, ha ideato e realizzato la rassegna Segreta è la notte e conduce diversi gruppi di lettura.
Pratica mindfulness dal 2012, sogna sempre le montagne e ascolta musica jazz.
È meno cattiva di quello che sembra e vorrebbe morire ascoltando “La Bohéme” di Puccini.

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