Gesù dell’uragano di James Lee Burke

Gesù dell'uragano di James Lee Burke

Articolo a cura di Metella Orazi.

Un’immagine iconica, una grande scultura in legno di Gesù che galleggia per le strade di New Orleans durante l’uragano Katrina, chiude la raccolta di racconti Gesù dell’uragano e altre storie, scritti da James Lee Burke e pubblicati da Jimenez Editore.

Gesù dell’uragano e altre storie

L’antologia è composta da undici racconti precedentemente comparsi in varie pubblicazioni, in un arco temporale che va dal 1992 al 2006, tutti ambientati nella Costa del Golfo degli Stati Uniti, territorio storicamente colpito da uragani devastanti.

I personaggi di Lee Burke si muovono tra la più quieta normalità e repentini scatti d’ira, nascondono demoni di rabbia, combattuti tra il bene e il male, tra la cosa giusta e la cosa che vogliono fare e a volte fanno anche si li porta a sbagliare.

Nel racconto che apre il libro, Luce d’inverno, il protagonista è un ex professore divorziato andato in anticipo in pensione che vive al limitare del canyon, la sua vita solitaria è per lo più noiosa. Quando un giorno irrompono nella sua proprietà – dove campeggiano cartelli molto chiari sull’interdizione alla caccia – dei cacciatori non autorizzati che se ne fregano dei divieti, tutto diventa concitato e violento.

 Avete mai pensato, voialtri, a una stagione di caccia agli esseri umani? Potreste creare delle grandi aree di riserva, delimitate da recinzioni elettriche, in cui tutti voi potreste entrare e darvi la caccia a vicenda per, diciamo, tre o quattro giorni alla volta. Spargere sangue, cervelli e capelli su tutti i cespugli e spassarvela. Solo che non sarebbe uno sport vero e proprio, perché anche le prede avrebbero delle armi. Che ne pensi, Waldo?

L’escalation di violenza si esprime nei personaggi di Burke come una conseguenza del dibattersi tra giusto e sbagliato, senza moraleggiare; alle volte persone comuni e tranquille devono fare cose orribili, come per esempio i protagonisti in guerra in Gente d’acqua o come Lisa di Foschia, che con alcool e droghe cerca dimenticare gli orrori della guerra combattuta dal suo uomo che non è tornato dall’Iraq, mentre ha costantemente nella testa il rombo dell’elicottero che l’ha salvata durante l’uragano Katrina.

Chiude gli occhi e vede se stessa sollevarsi dal letto, verso il soffitto, nella frescura e nella libertà della sera. Le nuvole formano un’enorme cupola sopra di lei, come quella di una cattedrale, e lei vede la vastità del creato: la terra inondata dalla pioggia, un temporale lontano che sembra lana di vetro, un mare che ha preso il colore del vino al tramonto del sole.

Anche quando fanno la cosa giusta, i personaggi di Gesù dell’uragano possono essere soggetti all’errore, umani fragili e combattuti che sentono la gentilezza come un atto dovuto ma forse inutile.

In La stagione del rimpianto un uomo cerca di aiutare una cameriera molestata da tre biker che non contenti delle avances spinte che le avevano rivolto, una volta rifiutati le avevano rotto il finestrino della macchina fuori dal locale. Lui le lascia sul lunotto un biglietto semplice e commovente

Mi dispiace che tu abbia avuto questo problema. Non hai fatto nulla per meritarlo.

Era tornato al suo pick-up, chiedendosi se l’anonimato del biglietto non fosse già di per sé un fallimento morale. Era tornato all’auto della donna e lo aveva firmato con il proprio nome, aggiungendo in basso il suo numero di telefono.

Lee Burke sembra ammonire che i soprusi, le ingiustizie e le violenze sono parte della vita di tutti, così come anche l’amicizia, un sentimento che riesce a unire due ragazzini contro il mondo intero, come in Il rogo della bandiera.

Si suppone che un uragano abbia un inizio e una fine. Squarcia la terra, riempie l’aria di cose che volano – alberi, mattoni, animali, talvolta anche persone – ti fa raggomitolare sotto un tavolo e pregare finché non ti spuntano delle gocce di sangue dalla fronte, poi se ne va e ti lascia lì a ripulire, come se qualcuno avesse fatto un grande scherzo a tutta la città. Ma questo non funziona così. Questo uccide per gradi.

Se tutti i  racconti della raccolta sono belli e attraversati dalla malinconia, quello che conclude la raccolta e le dà il titolo è magistrale: un’allegoria della vita che come l’uragano uccide prima o poi ciascuno di noi per gradi.
Da leggere.

Gesù dell'uragano di James Lee Burke

un libro per chi: si diverte di più a stare dalla parte dei beautiful losers

autore: James Lee Burke
titolo: Gesù dell’uragano e altre storie
traduzione: Gianluca Testani
editore: Jimenez Edizioni
pagg. 189
€ 18

Chi ha scritto questo post?

Marchignola (marchigiana+romagnola), vive al mare, che ama in tutte le stagioni.
Per quasi vent'anni è stata libraia e ora, pur senza libreria, continua a pensare e agire da libraia: parla di libri, fotografa i libri che vorrebbe e quelli letti per ricordare di averli letti e continua a impilare libri su libri che forse un giorno leggerà.
Ama i gatti, i viaggi, la storia dell’arte, il cinema e il teatro, insomma, tutto ciò che racconti il mondo.
Crede fermamente nel potere delle storie e della condivisione, perché se la lettura è un atto solitario, i libri sono fatti apposta per creare connessioni. Non chiedetele di scegliere un libro preferito, potrebbe entrare in crisi, cambiando idea di continuo.

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