Ho amato anche la terra di Maura Chiulli

Ho amato anche la terra di Maura Chiulli

Quanto può essere ingombrante un corpo che non riconosciamo come dimora del nostro essere?
Un corpo che non ci piace, che vorremmo nascondere al mondo, che ci fa sentire vulnerabili e incomprese?
Maura Chiulli nel suo ultimo romanzo pubblicato da Hacca, Ho amato anche la terra, ci porta nei pensieri più profondi di Livia, che vive in un corpo che sente ostile.

Ho amato anche la terra

Livia è ormai entrata negli anta, non è più una ragazzina e la sua vita sta andando a rotoli.
Il marito Marco l’ha lasciata e lei è rimasta sola in una città, Roma, che non ha mai sentito come un luogo accogliente, in cui sentirsi a casa.
Ma Livia era già sola prima, lo è sempre stata.
Lo era da bambina, quando sua madre la giudicava costantemente spezzando i suoi sogni più gioiosi e innocenti, quando i compagni di scuola la deridevano per il suo corpo morbido.

Un corpo che per Livia, oggi gravemente obesa, è sia un fardello da sopportare che uno scudo che la protegge dal mondo esterno e da tutto quel dolore che ha nel tempo assorbito e accumulato.

Non mangio niente che non sia dolce e a ogni biscotto mi dico che quella sarà l’ultima volta, che il vuoto, questa sensazione di abbandono e di morte che mi leva il fiato, smetterà di fare così male. Masticherò e scorderò il precipizio. Uno due tre e mi sfioro il labbro per respirare.

In questo suo doloroso racconto, Livia confessa l’anoressia dell’adolescenza e della giovinezza, le continue privazioni che s’imponeva per rendere quel corpo conforme alle aspettative del mondo.
Una magrezza esasperata, che avrebbe dovuto aprirle le porte di una vita in cui sentirsi accettata e serena ma che, in realtà, si era trasformata nell’ennesima gabbia in cui rinchiudere un cuore sensibile, spaventato e ferito.

Per quattro anni almeno, sopravvivo contando e divento una specie di mucchietto di ossa elegante, da oggetto ingombrante a oggetto di design. Una metamorfosi che convince tutti: per i miei compagni sono più bella, per i miei insegnanti sto sbocciando, per Martina sono quasi un corpo con cui competere. Iniziamo a scambiarci i jeans e quando la mia taglia non le entra più è il massimo della soddisfazione. Negli anni di dieta non scaccio più nessuno e i miei pensieri neri hanno un argine, un contorno di pelle e di ossa entro il quale restare fermi. Il digiuno per domare un cavallo pazzo.

L’incolmabile vuoto, però, pare non riempirsi mai.
Nemmeno il matrimonio con Marco riesce a porre rimedio ai traumi affettivi del passato, a tutte le rinunce che ha dovuto fare, e l’incomunicabilità tra i due diventa l’ennesimo graffio sull’anima, da cucire con cerotti di grasso che leniscano l’insopportabile sofferenza del non amore.

La felicità è vietata. C’è questa regola che qualcuno mi ha scritto addosso e trasgredirla mi diventa a poco a poco impossibile. Con la carne percepisco gli umori del mondo, che mi percuote e mi rifiuta, mi isola e mi raffredda.

È una storia profondamente dolorosa quella raccontata da Maura Chiulli in Ho amato anche la terra, una vicenda in cui il corpo è protagonista, al di là di chi lo indossa.
Quel corpo che ancora oggi, nonostante una diversa e più diffusa consapevolezza sociale, viene costantemente osservato e giudicato, costretto a trasformarsi secondo i desiderata imposti dal pensiero comune, dai media, dall’agonismo della performance a cui siamo sottoposti ogni giorno.

Con il suo consueto stile, che mescola con abile naturalezza la capacità di ferire e consolare, l’autrice abruzzese dà voce a tutti i corpi, che siano magri, grassi, perfetti, deformati, sani, sportivi, malati, giovani e vecchi, sempre in prima linea a frapporsi tra le anime e il mondo.
Chiulli e la sua Livia ci parlano di scelte sbagliate, di rimpianti e rimorsi, di segreti che divorano il cuore e di distanze che scavano voragini, ma anche di riscoperta e rinascita, di autodeterminazione, di radici mai spezzate e di quel profondo, inelluttabile desiderio che alberga, talvolta del tutto silente, in ognuno di noi: essere amati.
Da leggere.

Ho amato anche la terra di Maura Chiulli

un libro per chi: si è nascosta per anni e ora vuole essere vista

autrice: Maura Chiulli
titolo: Ho amato anche la terra
editore: Hacca
pagg. 186
€ 15

Chi ha scritto questo post?

Emiliano-romagnola, ragazzina negli anni ’80, si è trasferita a Milano nel 2008 e per molto tempo è stata un "angelo custode di eventi".
Da anni si occupa anche di libri: modera incontri letterari, ha ideato e realizzato la rassegna Segreta è la notte e conduce diversi gruppi di lettura.
Pratica mindfulness dal 2012, sogna sempre le montagne e ascolta musica jazz.
È meno cattiva di quello che sembra e vorrebbe morire ascoltando “La Bohéme” di Puccini.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *