Resta ancora un po’ di Ghila Piattelli

Resta ancora un po' di Ghila Piattelli

Una storia familiare commovente, con punte di leggerezza e classico humour ebraico, è quella che ci racconta Ghila Piattelli nel suo romanzo d’esordio Resta ancora un po’, pubblicato dalla casa editrice Giuntina.
Il libro sarà protagonista dell’incontro del 28 gennaio del gruppo di lettura Absolute Beginners.

Resta ancora un po’

Giuditta ha 90 anni e ha deciso di coinvolgere il giovane nipote Yoni in un’impresa quasi impossibile: un tour dei cimiteri di tutta Israele, per trovare finalmente quello in cui potrà riposare in eterno.
Di origine italiana, simile nei look e negli atteggiamenti alla mitica Regina Elisabetta II, nonna Giuditta si è trasferita da Firenze alla terra promessa subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, per seguire il marito che tanto credeva nella costruzione di quel nuovo stato.

La nonna rovista nella sua borsetta e estrae una sigaretta. Lui e tutta questa storia del sionismo. Io non ci ho mai creduto. È venuta qui solo per amore, è pronta a giurare, non più di questo. Tutta la retorica della rinascita del popolo ebraico nella sua terra non l’ha mai convinta. Chi è passato per i crematori di Auschwitz resta cenere, non importa se qui i sopravvissuti hanno costruito uno stato monumento in sua memoria, la vita è quella che conta.

Yoni è il suo nipote prediletto, anche se all’università ha scelto di studiare la storia e la letteratura latinoamericana, anche se convive con Ittai, un ragazzo piuttosto ambiguo, e frequenta Noga, una ragazzetta superficiale e provocatoria.
Giuditta ama così tanto questo nipote anche perché sua figlia Ahuva non è stata esattamente una madre presente, tenera e affettuosa.

Sai mamma, ti ricordo quando ero piccolo, le vorrei dire, le rarissime volte in cui mi venivi a prendere a scuola. Salivo sulla tua macchina un po’ emozionato ed esplodevo come un fiume in piena, ti raccontavo tutto quello che era successo in classe, con gli amici, con gli insegnanti, quel giorno, il giorno prima, e tutti i giorni in cui non eri venuta a prendermi. L’entusiasmo di un bambino appena contenuto dalla riverenza nei tuoi confronti, mamma. Lei, invece, mi lanciava sguardi distratti attraverso lo specchietto retrovisore, era lì con il corpo ma con la mente sempre altrove.

Il cuore di Ahuva, infatti, è rimasto intrappolato in un amore mai veramente consumato, e per questo diventato eterno.
Nel 1973, alla soglia di una proposta di matrimonio, Ahuva perde il bel Yonathan durante la guerra del Kippur, rimanendo per sempre sospesa in un limbo di dolore che fingerà di superare grazie a una scintillante carriera da avvocatessa e sposando un medico di successo, il paziente e innamoratizzimo Zvika.

«Quando una persona perde un genitore, resta orfana per tutta la vita. Se perde il coniuge, resta vedova per tutta la vita, anche se trova un altro compagno. Se perdi a vent’anni l’amore della tua vita cosa sei? Cosa ti resta? Un dolore che non è legittimato neanche dal vocabolario.»

La storia di queste tre generazioni – Giuditta, Ahuva, Yoni – scorre tra le pagine di questo romanzo apparentemente leggero ma capace di scavare in profondità tra i meccanismi complessi ma silenti che tengono in piedi le famiglie, anche quelle più disastrate.
Non solo, in Resta ancora un po’ troviamo, seppur solo accennata sullo sfondo, la Storia di uno Stato, che con le proprie vicende ha influito e continua a influire sulla vita del popolo, guidandone le scelte e disegnandone i giorni.

A fine lettura, non si può non essere sinceramente affezionati a questa nonna che, senza troppi fronzoli, sa essere la voce della verità di un’intera famiglia ormai così immersa nelle bugie da non saper vivere altrimenti.
E con questa frase, pronunciata più volte nei confronti di Yoni, Giuditta diventa la nonna che tutto può fare pur di proteggere, pungolare e rendere liberi e felici i propri cari:

Ricorda, se avessi potuto scegliere tra tutti i bambini del mondo io avrei scelto te.

La nonna a cui non si può che dire: “Resta ancora un po’”.

Resta ancora un po' di Ghila Piattelli

un libro per chi: sa che “ogni famiglia infelice è invece disgraziata a modo suo”

autrice: Ghila Piattelli
titolo: Resta ancora un po’
editore: Giuntina
pagg. 204
€ 15

Absolute Beginners
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Chi ha scritto questo post?

Emiliano-romagnola, ragazzina negli anni ’80, si è trasferita a Milano nel 2008 e per molto tempo è stata un "angelo custode di eventi".
Da anni si occupa anche di libri: modera incontri letterari, ha ideato e realizzato la rassegna Segreta è la notte e conduce diversi gruppi di lettura.
Pratica mindfulness dal 2012, sogna sempre le montagne e ascolta musica jazz.
È meno cattiva di quello che sembra e vorrebbe morire ascoltando “La Bohéme” di Puccini.

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