Babylon di Alejandro Varela

Babylon di Alejandro Varela

Articolo a cura di Metella Orazi.

Quanto può essere difficile partecipare a una rimpatriata tra ex compagni di classe quando la vita ci ha portato molto lontano da ciò che eravamo da adolescenti?
Andrés, il protagonista di Babylon di Alejandro Varela, romanzo pubblicato da NN editore, sta per scoprirlo.

Babylon

Il docente universitario Andrés si è costruito una vita a New York, molto lontano dai sobborghi di Long Island dove è nato e cresciuto con i genitori, immigrati latinoamericani.
Vive con il marito Marco che ama ma con il quale ultimamente fatica a comunicare per un errore che li ha allontanati; per questo motivo, quando il padre ha problemi di salute lui decide di andarlo ad assistere. Torna nella cittadina dove ha vissuto da bambino e adolescente, con la speranza che la distanza dal compagno possa aiutare a ricucire la situazione.

Il racconto di Andrés si apre con l’invito della classe ’97 a una rimpatriata a luglio, in coincidenza del suo ritorno a casa, e questa piccola coincidenza lo convince a partecipare alla reunion, per la prima volta in vent’anni.

Andrés è sicuro di quello che è diventato, ha fatto tutto ciò che ci si aspettava da lui, ha studiato, ha un buon lavoro, paga le tasse e ha una coscienza ecologica, fa il possibile e cerca sempre di migliorare.

Compro i prodotti al mercato agricolo. Parlo bene tre lingue, e qualche altra così così. Sono a favore del servizio sanitario nazionale, di alternative alla detenzione, della triplicazione del salario minimo. Uso lampadine al led. Non tradisco. […] Voto per i Verdi alle primarie e per il Partito democratico alle elezioni politiche. Aspetto l’orgasmo di mio marito, prima di venire anch’io.

Il ritorno alle origini significa esporsi ai ricordi, diventare vulnerabile nell’incontro con chi ha conosciuto un ragazzino molto meno attrezzato ad affrontare la propria omosessualità.

Originale. Ho sentito questa parola già diverse volte questa sera e per gran parte della mia giovinezza. È una parola d’ordine. Un complimento e una semplificazione. Un aggettivo polivalente che cattura bene la tensione tra aspirazione e sfiducia, tra ottimismo e pessimismo. Permea ogni cosa qui intorno, e forse tutto il paese.

Molte cose sono rimaste uguali, ma altrettante sono cambiate e lo sconvolgono, come per esempio il suo primo amore Jeremy che si è sposato e ha avuto due figli, e la sua migliore amica Simone che è ospite di un ospedale psichiatrico. Tutti gli incontri che Andrés fa servono per rivalutare il presente, per indagare nel tessuto sociale che ha lasciato. I ricordi lo trasportano indietro a quando era inserito in quella comunità e la domanda che sente nascere è se ancora possa considerarsi parte di quel posto che lo ha formato o se le sue esperienze lo abbiano portato ormai troppo lontano.

L’occhio di Andrés nell’osservare i luoghi e la gente della sua infanzia è spietato, ma nello stesso tempo non privo di umorismo.

Varela riesce a scrivere di temi molto impegnativi quali omofobia, coscienza di classe e razzismo, senza appesantire il racconto, facendo percepire l’urgenza di trattare questioni fondamentali per la società e per le persone in maniera onesta ma non violenta.

Babylon è un romanzo fortemente politico che dà spazio a tutto il melting pot delle voci che compongono l’America ed evidenzia quanto sia importante discutere di come si vuole costruire una società in cui ognuno possa trovare il proprio senso.
Una bella lettura.

Babylon di Alejandro Varela

un libro per chi: con Thomas Mann crede che “Tutto è politica”

autore:  Alejandro Varela
titolo: Babylon
traduzione: Stefano Valenti
editore: NN editore
pagg. 381
€ 19

Chi ha scritto questo post?

Marchignola (marchigiana+romagnola), vive al mare, che ama in tutte le stagioni.
Per quasi vent'anni è stata libraia e ora, pur senza libreria, continua a pensare e agire da libraia: parla di libri, fotografa i libri che vorrebbe e quelli letti per ricordare di averli letti e continua a impilare libri su libri che forse un giorno leggerà.
Ama i gatti, i viaggi, la storia dell’arte, il cinema e il teatro, insomma, tutto ciò che racconti il mondo.
Crede fermamente nel potere delle storie e della condivisione, perché se la lettura è un atto solitario, i libri sono fatti apposta per creare connessioni. Non chiedetele di scegliere un libro preferito, potrebbe entrare in crisi, cambiando idea di continuo.

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