L’origine degli altri di Toni Morrison

L'origine degli altri di Toni Morrison

Se già non amassi profondamente Toni Morrison e la sua narrativa, oggi, dopo aver letto L’origine degli altri – il saggio appena uscito per Frassinelli – me ne innamorerei perdutamente.
La Morrison, Premio Nobel nel 1993, con la propria opera letteraria ha dato voce alla comunità afroamericana e in particolare alle donne, oppresse tra gli oppressi.
In questa breve raccolta di riflessioni, che sono state anche lezioni di letteratura all’Università di Harvard, analizza il concetto di razza e l’umana necessità di creare minoranze.

L’origine degli altri

C’è anche l’avvento di Trump alla presidenza degli Stati Uniti tra i motivi che hanno spinto Toni Morrison a voler pubblicare queste sue indagini: un’attenta analisi sul perché l’uomo sia arrivato a considerare il colore della pelle un pretesto necessario alla creazione di barriere tra persone della stessa razza.
Perché razza è da considerarsi quella umana, non certo la più pericolosa suddivisione in afroamericana, asiatica, caucasica. Queste ultime, infatti, sono solo il frutto di una deviata costruzione mentale.
Alla luce di questo dato di fatto, come può un concetto tanto vacuo essere alla base di una delle più dolorose piaghe dell’epoca moderna e contemporanea?
Perché il razzismo ha reso estranei coloro che non hanno la pelle bianca, arrivando addirittura a schiavizzarli, incarcerarli, torturarli e addirittura ucciderli?
Perché parliamo di Altri, quando gli altri non esistono e al massimo dovremmo essere tutti noi?

Dopo aver svolto approfondite ricerche e raffinate indagini, la scrittrice ci racconta come il linguaggio utilizzato nella letteratura americana abbia contribuito a influenzare la divisione della società in razze e ad accrescere la convinzione che gli afroamericani siano esseri inferiori.
Allo stesso modo e specularmente, la stessa letteratura ha ribaltato lo schema, trasformando negli Altri tutti i sangue misto, anche solo appena più chiari degli afroamericani puri, dalla pelle color nero mezzanotte.

La Morrison, dopo anni di letteratura dell’appartenenza, di denuncia sociale e di rilettura delle vicende degli afroamericani, ha deciso di sperimentare la cancellazione della razza e del colore dei protagonisti dei suoi libri.
Un tentativo di uscire da uno schema auto imprigionante, prediligendo altre caratteristiche per delineare le differenze tra gli uomini, che non è stato particolarmente apprezzato dalla stessa comunità nera.

Ci sono innumerevoli occasioni di rivelare la razza in letteratura – che se ne sia consapevoli o no. Ma scrivere letteratura non colorista sui neri è un compito che ho trovato insieme liberatorio e difficile.

Il mio sforzo potrà non essere ammirato da altri autori neri, o nemmeno suscitare il loro interesse. Dopo che per decenni mi sono adoperata a scrivere storie potenti che ritraessero personaggi inequivocabilmente neri, forse si chiederanno se non sia impegnata in una forma di whitewashing letterario. Non è così. E non chiedo a nessuno di unirsi in questa impresa. Tuttavia sono decisa a stroncare il razzismo a buon mercato, ad annientare e screditare il quotidiano, facile, disponibile feticcio del colore, che riporta alla mente la schiavitù stessa.

Elencando citazioni letterarie, ma anche episodi storici, la Morrison accompagna il lettore in un mondo tanto reale quanto esecrabile.
L’indignazione aumenta fino a diventare vera e propria frustrazione, leggendo l’agghiacciante storia di Isaac Woodward, pluridecorato sergente dell’esercito americano, che nel 1946 fu denunciato, massacrato, incarcerato, punito, seviziato e reso cieco, solo per aver chiesto all’autista del pullman su cui viaggiava se ci fosse tempo per andare in bagno durante una sosta.
I suoi carnefici, ovviamente, non scontarono alcuna pena.

C’è un’evidente urgenza nelle parole della Morrison, una necessità impellente di essere condivise, diffuse, lette da più persone possibili.
In queste lezioni universitarie troviamo il più alto scopo della letteratura: scuotere le menti, distruggere muri, allargare confini.

Con L’origine degli altri Toni Morrison ci dona un saggio letterario di rara importanza nel panorama contemporaneo.
Una lettura fondamentale per conoscere le origini del razzismo e un antidoto efficace contro l’ignoranza che ne ha propagato la viralità.
Da leggere e far leggere.

L'origine degli altri di Toni Morrison

un libro per chi: crede che la letteratura possa e debba essere anche e soprattutto una forma di denuncia sociale

autore: Toni Morrison
titolo: L’origine degli altri
traduzione: Silvia Fornasiero
editore: Frassinelli
pagg. 130
€ 15,90

Chi ha scritto questo post?

Emiliano-romagnola, ragazzina negli anni ’80, si è trasferita a Milano nel 2008 e per molto tempo è stata un "angelo custode di eventi".
Da anni si occupa anche di libri: modera incontri letterari, ha ideato e realizzato la rassegna Segreta è la notte e conduce diversi gruppi di lettura.
Pratica mindfulness dal 2012, sogna sempre le montagne e ascolta musica jazz.
È meno cattiva di quello che sembra e vorrebbe morire ascoltando “La Bohéme” di Puccini.

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