Le Gattoparde di Stefania Aphel Barzini

Le Gattoparde di Stefania Aphel Barzini

Articolo a cura di Paola Migliorino.

Noi fummo i Gattopardi, i Leoni.

Così si esprime il Principe di Salina nell’indimenticabile opera di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. E proprio da questa traccia prende vita Le Gattoparde, il romanzo di Stefania Aphel Barzini pubblicato da Giunti, con l’intento di rappresentare l’altra faccia della medaglia,  quella delle donne, che in Sicilia, ma non solo, vivevano – e spesso purtroppo vivono – all’ombra di uomini più o meno inetti.

Le Gattoparde

Le Gattoparde narra la storia, dal punto di vista squisitamente femminile, di una delle più rilevanti famiglie dell’aristocrazia siciliana, alla quale apparteneva lo stesso Tomasi di Lampedusa.
Di quei fasti ormai rimangono solo le gustosissime ricette e non è certamente un caso che Stefania Aphel Barzini sia autrice, tra l’altro, di diversi libri di enogastronomia.

Partendo dall’immaginario diario di Agata Giovanna Piccolo di Calanovella, cugina per parte di madre dell’autore del Gattopardo e figlia di Teresa Mastrogiovanni Tasca Filangeri di Cutò, Barzini ricostruisce le vicende dei componenti di questa articolata e aristocratica famiglia, seguendone il lento declino, dai fasti ben rappresentati da Luchino Visconti nell’omonima opera cinematografica, alla vita ritirata in una dimora ben più modesta, ma celebre per il rigoglioso e sensuale giardino e le stranezze dei suoi ultimi residenti.
Tra questi fugura appunto Agata Giovanna Piccolo di Calanovella, che lì visse “coltivando ricordi ed eccentricità nella protezione offerta da un magico isolamento, fisico e spirituale”.

Come puntualizza Fabrizia Lanza nella puntuale e davvero interessante prefazione che introduce e illustra il contesto, si tratta di “un libro sulle donne, dunque, sulla memoria e sullo sforzo di tenere vivo un passato che era stato glorioso e che inesorabilmente lo è sempre meno man mano che ci si addentra nel Novecento”.

Le Gattoparde infatti sono le figlie, le sorelle e le mogli dei nobili siciliani, donne che cercano di resistere all’onda distruttiva e dilapidatrice dei maschi della famiglia, impegnati a giocarsi interi patrimoni a carte o conducendo agiatissime vite insieme ad altre donne, mentre le nostre resistono più o meno impassibili, perché in Sicilia, si sa, il mondo appartiene agli uomini, ai Gattopardi.

Donne mancanti forse, capricciose, testarde, arroganti, impetuose, impazienti, ma mai banali. Donne che nessuno ha mai raccontato e che pure erano state l’anima, la colonna portante, il sole intorno a cui avevano ruotato le loro esistenze.

Tra tutte, un posto speciale è riservato a Giulia Mastrogiovanni Tasca Filangeri di Cutò, che non si arrese al ruolo di comparsa o vestale all’ombra del marito ma, delusa dalla vita coniugale, si abbandonò all’amore per il giovane Vincenzo Paternò del Cugno, seguendo una passione sempre più oppressiva che si concluse con uno scabroso femminicidio.

Sullo sfondo, la Sicilia, quella allo stesso tempo arida e opulenta che abbiamo conosciuto e amato non solo attraverso il Gattopardo, ma anche grazie ai Vicerè di De Roberto, quella borghese e ipocrita di Pirandello, quella assolata e povera di Verga, ma soprattutto ci sono i Siciliani, questo popolo orgoglioso e violento, presuntuoso e generoso.

Siamo Siciliani e la Sicilia è un mondo a parte, che non cambia mai, dove le cose arrivano in ritardo, sono masticate e sputate fuori. Il nostro problema, quello di noi siciliani, è di credere di essere diversi dal resto dell’umanità, viviamo su un piedistallo, o su un altare, tutti, anche il contadino più umile qui si sente una divinità.

È appassionante seguire il diario di Agata e scoprire lo stupore e le paure che hanno accompagnato gli avvenimenti di un secolo travolgente, dai terremoti di Messina e del Belice all’avvento del governo Mussolini che condusse alla guerra, ai festival di Sanremo visti in televisione. Tutti vissuti sempre dalla prospettiva delle donne di questa grande famiglia mai banale, che ha faticato ad arrendersi alla proclamazione della Repubblica e alla fine di un’epoca gloriosa.

Un affresco storico affascinante e ben ricostruito, decisamente piacevole da leggere.

Le Gattoparde di Stefania Aphel Barzini

un libro per chi: vuole conoscere la Storia con tutte le sue sfaccettature

autrice: Stefania Aphel Barzini
titolo: Le Gattoparde
editore: Giunti
pagg. 320
€ 16.90

Chi ha scritto questo post?

Mamma di tre adolescenti e un cane, lavoratrice a tempo pieno e moglie stressata.
Anche se si reputa giovane, Paola è una lettrice vecchia maniera: ama la carta, l’odore di un libro nuovo, le copertine coinvolgenti e le prefazioni.
Siciliana di stanza a Milano, grazie ai libri viaggia nello spazio e nel tempo, senza limiti o barriere. Spesso, infatti, un libro la porta verso un altro, in una sequenza di passi del tutto casuale.

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