Morti ma senza esagerare di Fabio Bartolomei

Morti ma senza esagerare di Fabio Bartolomei

Un romanzo breve, anzi brevissimo, che parla di lutto e dolore con la stessa delicatezza di un genitore che racconta una favola al figlio prima di dormire.
È l’ultimo libro di Fabio Bartolomei, Morti ma senza esagerare, appena uscito per edizioni e/o.

Morti ma senza esagerare

Vera ha superato i trent’anni ed è appena rimasta orfana.
Maltide e Armando, i suoi genitori, sono morti in un incidente stradale, e ora questa figlia che aveva sempre dato per scontate molte cose, si ritrova sdraiata nella sua vecchia cameretta di bambina, a singhiozzare verso il vuoto il doloroso mantra “Vi prego tornate”.

E Matilde e Armando tornano, come se nulla fosse accaduto, come se fosse normale affacciarsi sulla porta della camera di Vera e prenderla in giro per gli occhi gonfi di pianto, così come erano sempre soliti fare, rilanciandosi a vicenda battute ironiche e spiritose.

Dubito che al mondo esista una persona più diversa e potenzialmente più distante da mia madre, e invece da che ho memoria sono sempre stati un incastro perfetto. Amore convesso lui, amore concavo lei. Certo non una coppia da sogno, di quelle che tutti invidiano, più che altro sono sempre stati, come dire… un duo. Rodato, affidabile, sontuosamente prevedibile.

Com’è possibile che siano sfuggiti alla morte? O forse sono morti davvero e si stanno solo assentando la Paradiso perché la loro bambina li ha chiamati in preda alla disperazione?
Non è istantaneo per Vera capire che ciò che sta vivendo non è un incubo ma una bizzarra realtà.
I suoi genitori sono lì per lei, rinchiusi nella loro casa di sempre, pronti a dedicarsi solo ed esclusivamente alle sue esigenze.

Abbozzo un sorriso. Con un filo di voce la informo che in realtà sono tornata molto prima del previsto, lei guarda la sveglia e borbotta qualcosa sul tempo. Non è più abituata, non ci capisce nulla, dice. Poi si alza, mi guarda di sottecchi come fa sempre quando una brutta cera, mi chiede se ho bisogno di qualcosa
Una camomilla dico.
Basta così poco per vedere una madre soddisfatta, derminata, felice. Una camomilla. Mentre la sento darsi da fare in cucina mi cedono le gambe. Le assecondo fingendo di volermi sedere accanto a mio padre. È strano, dai resuscitati mi sarei aspettata la stessa smania dei sopravvissuti, di chi, scampata la catastrofe, decide di vivere ogni giorno come fosse l’ultimo. Loro invece non hanno fatto proprio un bel nulla.

Ma Armando e Matilde non sono più gli stessi di prima del trapasso. Lui sì, pensa ancora ai risparmi messi da parte per la figlia, da bravo ragioniere che non ha mai perso un colpo, e lei ha sempre quel suo caratterino da integerrima professoressa di lettere, ma qualcosa in loro è profondamente cambiato.
Non riescono a vivere se Vera non è presente. Si spengono e attendono che lei – che piano piano, dopo mesi, sta ritornando a sorridere e godere di un amore e delle piccole cose quotidiane – vada a far loro visita, per donarle tutte le attenzioni che ancora risuonano in quel “Vi prego tornate” che li aveva richiamati nell’aldiqua.

Ed è allora che Vera capisce che, qualunque cosa accada, lei non sarà mai sola, perché l’eredità di un genitore è parte di noi, del nostro modo di essere, di ciò che abbiamo imparato e che ogni giorno dimostriamo naturalmente a parole e gesti.

Da loro ho imparato che “la frutta non ha più il sapore di una volta” è un’affermazione incompatibile con l’acquisto delle fragole a gennaio, e che il vero obiettivo non è non aver paura di niente ma andare avanti con caparbietà anche quando si ha paura di ogni singola cosa.

Fabio Bartolomei, autore che in ogni sua opera dimostra una straordinaria sensibilità, oltreché un’innegabile umorismo, con questo romanzo assurdo e tragicomico riesce a parlarci di morte e assenza strappandoci ben più di un sorriso.
Un super potere che siamo certi di ritrovare nei futuri tasselli di questo percorso in quattro parti che vuole esplorare il più arzigogolato e sconosciuto sistema che tiene in piedi e fa girare il mondo: la famiglia.

Morti ma senza esagerare di Fabio Bartolomei

un libro per chi: non sa come dire addio ai propri cari defunti

autore: Fabio Bartolomei
titolo: Morti ma senza esagerare
editore: edizioni e/o
pagg. 104
€ 9

Chi ha scritto questo post?

Emiliano-romagnola, ragazzina negli anni ’80, si è trasferita a Milano nel 2008 e per molto tempo è stata un "angelo custode di eventi".
Da anni si occupa anche di libri: modera incontri letterari, ha ideato e realizzato la rassegna Segreta è la notte e conduce diversi gruppi di lettura.
Pratica mindfulness dal 2012, sogna sempre le montagne e ascolta musica jazz.
È meno cattiva di quello che sembra e vorrebbe morire ascoltando “La Bohéme” di Puccini.

(2) Commenti

  1. Stefania Gurgone dice:

    Ciao Elena ti seguo da un po’ e ho diversi tuoi consigli da recuperare. Tra questi c’era appunto “Morti ma senza esagerare” ad essere sincera avevo più aspettative, però mi sono andata a rileggere la tua recensione e ho capito che il “succo” del discorso è molto chiaro, ma nel leggere mi sono persa delle sfumature che facevano la differenza. Sicuramente leggerò “Diciotto anni e dieci giorni”
    Grazie come sempre. Un saluto Stefania

    1. Ciao Stefania, non tutti i libri possono piacere a tutti allo stesso modo e di certo, come in ogni cosa della vita, farsi delle aspettative molto alte spesso causa un po’ di delusione.
      Questa quadrilogia di Fabio Bartolomei probabilmente non è IL LIBRO DELLA VITA, ma per me i primi due capitoli sono molto piacevoli e capaci di raccontare con delicatezza alcuni meccanismi familiari e alcune vicende che prima o poi toccano tutti noi.
      Buona lettura e grazie di essere qui!

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