Articolo a cura di Metella Orazi.
Santa è il romanzo d’esordio di Rosanna Turone, pubblicato da NN nella collana Le Fuggitive, e nelle sue duecento pagine rivela uno spaccato sulla viscerale esigenza di essere amati alle proprie condizioni.
Santa
Santa nasce e cresce in un paesino della Calabria con una sorella capricciosa che si chiama Beatamaria, la preferita dai genitori.
Madre e padre avrebbero voluto un maschio, ma è arrivata Santa che vive la sfortuna di essere nata donna ed è costretta ad assistere di continuo alle lusinghe che i genitori fanno alla sorella, intoccabile e gelosa, che pretende per sé ogni attenzione.
Santa cerca in tutti i modi di essere accettata, protetta e amata; si presta, per esempio, a sembrare più bassa per non sovrastare la sorella o a posticipare di tre giorni il compleanno per non festeggiarlo insieme a Beatamaria che vuole essere la regina indiscussa della festa.
Ogni tanto penso che se fossi uomo, come volevano tutti, sarei un bell’uomo e mi risparmierei tante cose patetiche da donna. Se fossi uomo mi prenderei tutti i complimenti. Se una mi dice “Che bello che sei”, io me lo prendo il complimento, faccio finta di niente, non rispondo, cambio discorso. Così senza arrossire e dimenarmi tutto. Disinteressato. Quello che invidio io degli uomini è che non sorridono a ogni cosa e che sono completamente disinteressati.
In famiglia Santa non si sente riconosciuta e appena vede uno spiraglio di fuga lo coglie; l’occasione di lasciare quella casa dove nessuno sembra amarla è la relazione con Gianni, un suo ex compagno di scuola, con il quale insegue un sogno di felicità in Piemonte.
“Non sarai felice mai, Santa”, aveva ragione Gianni. Perché se mi fossi chiamata Giulia, Gianni avrebbe detto: “Non sarai mai felice, Giulia”, e sarebbe stato diverso, perché Giulia si capisce che ogni tanto riesce ad essere felice, ogni tanto se la ride Giulia; e Vanessa? A una che si chiama Vanessa neanche glielo dici che non sarà mai felice, Vanessa se ne fotte. Santa, invece, Santa è un’infelice, Santa è una rovinata, Santa è nata male, Santa sono io. Santa.
Dopo una passeggera serenità le cose cominciano a precipitare anche con Gianni, l’unica consolazione è aver avuto Tommaso, il figlio che le dà l’amore incondizionato dei bambini e l’aiuta a non sentirsi sola.
La fame d’amore porta però Santa a non imparare dai propri errori ed ecco che all’orizzonte si staglia una nuova storia dalle premesse sbagliate, in cui già in partenza l’amore, se di questo parliamo, è dimezzato, conteso, velato, perché è consegnato nelle mani di un uomo sposato, una persona con cui c’è una forte intesa fisica, ma che non è libera e forse non vuole neppure esserlo.
Andavo a dormire con una quantità di proiettili nello stomaco che appena mi svegliavo avevo già il respiro a metà, la tachicardia, la pelle d’oca e mi sarebbe servito l’amore, lo so, ma l’amore, l’amore è disarmante, l’odio invece, l’odio è un porto d’armi.
Santa è un libro in cui una donna rivendica il diritto ad emanciparsi senza rinunciare alla forza propulsiva dell’amore e Rosanna Turone dimostra di avere già una penna sicura che con grande destrezza si muove in un universo intimista, con la capacità rara di narrare in maniera lieve situazioni molto pesanti.
Attraverso lo sguardo della protagonista – che racconta in prima persona tutto ciò che vive – la storia assume a tratti un taglio ironico e i lettori e le lettrici possono allentare la tensione e sorridere, nonostante la grevità delle tematiche trattate.

un libro per chi: invoca il verso di Auden “La verità, vi prego, sull’amore”, ben consapevole che nessuno sappia davvero rispondere
autrice: Rosanna Turone
titolo: Santa
editore: NN Editore
pagg. 208
€ 17