Splendi come vita di Maria Grazia Calandrone

Sulla copertina di Splendi come vita di Maria Grazia Calandrone c'è la foto in bianco e nero che ritrae l'autrice da bambina in braccio alla madre adottiva

Splendi come vita è il primo romanzo, un memoir poetico e struggente, di Maria Grazia Calandrone, che alla sua uscita nel 2021 ha proiettato la poetessa nell’olimpo delle scrittrici italiane.

Splendi come vita

Che altro chiedere, alla vita di un essere umano, se non questa direzione ostinata verso «l’aperto»?

È una storia personalissima quella che Calandrone racconta in queste poche pagine frammentarie e concentrate nell’essenza di parole misurate e perfette, mezzo potente per imprimere i ricordi e non lasciarli più andare.

Abbandonata sul prato di Villa Borghese a soli 8 mesi dalla madre biologica, morta suicida nel Tevere, l’autrice qui racconta il tormentato rapporto con la madre adottiva Consolazione, Ione, che con il marito Giacomo aveva accolto quella piccola sfortunata, apparsa sui giornali dell’epoca.
Se l’adozione è un gesto d’amore supremo, che valica i confini imposti dal sangue, per Maria Grazia il disamore arriva a soli 4 anni, quando Ione, presa da un’ansia preludio di una depressione che non la lascerà più, rivela alla bimba la verità sulle proprie radici.

Possiamo allora riferire il momento della rivelazione della minuscola notizia come un parto a parole, accompagnato da abbondantissimo spargimento di sangue.
Madre adesso sapeva che sapevo che il suo sangue non era il mio sangue.
Madre credeva che l’amore non potesse diventare sangue.
Sbagliava, per insicurezza ed eccesso di logica.
Ma è andata così.

Da quel momento il rapporto tra Maria Grazia e Ione si fa fragile come il cristallo ma pesante come il piombo.
Come può una bambina così piccola comprendere le malinconie di una madre che ogni giorno ricorda a sé stessa che non ci sono il sangue e la biologia a cementare quel rapporto che si fa sempre più difficile, soprattutto dopo la morte di Giacomo?

La frattura tra le due diventa sempre più evidente e il disagio, affettivo e mentale, di Ione è l’aratro che scava incessante e impietoso.
Maria Grazia, quindi, si adegua e cresce nella sfiducia materna, in un disequilibrio precario che, tranne per pochi e impalpabili sprazzi, non si stabilizza mai, nemmeno quando lei diventa adulta e Ione invecchia e si ammala.

Quando Mamma gioca con me, sedute in fondo accanto alla ringhiera, la città è ai nostri piedi e noi siamo più grandi della notte stellata che ci contiene. Un bastimento carico di eternità. Siamo alle fondamenta del mondo.

Chi s’interroga spesso sulle proprie radici e sul disamore familiare non può che trovarsi compreso nel groviglio di fatti ed emozioni che Calandrone riversa sulla pagina.
Non c’è però consolazione in queste pagine, non ci sono parole studiate a tavolino per rinfrancare chi ha sofferto di tali mancanze; c’è però una lingua pura e icastica, di tale bellezza che sì, può arrivare a ricucire gli strappi e il dolore.
Perché si sa che la bellezza salverà il mondo e il mondo siamo anche noi, figlie e figli non amati abbastanza, in perenne apnea, che in Splendi come vita possiamo prendere un po’ di fiato.

Sulla copertina di Splendi come vita di Maria Grazia Calandrone c'è la foto in bianco e nero che ritrae l'autrice da bambina in braccio alla madre adottiva

un libro per chi: non si stanca mai dei libri sul rapporto madre/figlia

autrice: Maria Grazia Calandrone
titolo: Splendi come vita
editore: Ponte alle Grazie
pagg. 219
€ 15.50

Chi ha scritto questo post?

Emiliano-romagnola, ragazzina negli anni ’80, si è trasferita a Milano nel 2008 e per molto tempo è stata un "angelo custode di eventi".
Da anni si occupa anche di libri: modera incontri letterari, ha ideato e realizzato la rassegna Segreta è la notte e conduce diversi gruppi di lettura.
Pratica mindfulness dal 2012, sogna sempre le montagne e ascolta musica jazz.
È meno cattiva di quello che sembra e vorrebbe morire ascoltando “La Bohéme” di Puccini.

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