Tutto è jazz di Lili Grün

Tutto è jazz di Lili Grün

La personale storia di Lili Grün somiglia tanto a quella della protagonista di Tutto è jazz, l’ultimo romanzo della casa editrice trentina Keller.
Pubblicato per la prima volta nel 1933 e poi caduto nell’oblio, come la sua autrice, Tutto è jazz è stato recentemente riscoperto in Germania e da lì sta partendo alla conquista dell’Europa, con una storia che rimane impressa nel lettore e che rende giustizia e imperitura memoria al ricordo di Lili.

Tutto è jazz

Siamo a Berlino negli Anni 30, prima della guerra e prima che il nazismo scatenasse il terrore in tutta Europa.
Elli è una giovane viennese, frivola e sognatrice, che ha scelto la capitale tedesca per tentare la fortuna e regalarsi una vita migliore.
Ha poco più di vent’anni e ne dimostra addirittura qualcuno in meno; ha talento e fa l’attrice quando riesce a rimediare un ingaggio, e anche se l’essere un’artista la costringe spesso a digiunare, il suo amore per lo spettacolo e la gioia per la vita non vengono mai meno.

Elli e le sue faccende: Elli siete ore e ore in qualche anticamera, e per cinque minuti davanti a un pezzo grosso. Quelli più vecchi e più grassi, con il monocolo, sono i direttori; quelli più giovani e snelli, con gli occhiali di corno, sono i registi.
«Volevo ripropormi alla sua attenzione…»
E già è di nuovo in anticamera e si guarda allo specchio impaurita. Avrà fatto una buona impressione? Se solo fosse bionda e avesse sex appeal, se andasse in giro con il timbro del successo, allora forse… Ma non sarebbe come ce ne sono tante? Se avessi doti comiche grottesche… se, se… Oddio, bisognerebbe aver fortuna, solo un pochino di fortuna!

Elli è infatuata di Robert, un giovane studente squattrinato, bello ma un po’ noioso, forse un pochino troppo pedante e incapace di lasciarsi andare all’incoscienza della gioventù.
Una delle sue passioni è mettere in ordine e la cosa che più ferisce Elli è quel suo modo di distruggere ogni suo entusiasmo, di non seguirla nei suoi voli pindarici, diventando la zavorra che la costringe a fare i conti con la dura realtà.

Una sorta di violenza psicologica, quella che Robert attua su Elli, forse inconsapevole e in buona fede, ma comunque svilente e restrittiva.

«Non fraintendermi, bimba, non sono contrario al fatto che partecipi. Solo non voglio che ti faccia venire idee grandiose. Voglio preservarti da delusioni».
Come sa essere distante un uomo, che distanza antipatica! Se ne sta lì cattivo e ostile come uno sputasentenze e non capisce che ora conta una cosa sola: gioire!
«Ma piantala! Allora non mi vuoi bene» dice Elli intristita.
«È proprio perché ti voglio bene, invece». Robert crede di diventar matto per quell’assenza di logica. Vorrebbe prendere questa donnina irragionevole e scuoterla così a lungo finché si penta è ammetta la sua stupidità.
Elli piange. Piccole lacrime, in silenzio. Incassa le sue parole irate come botte. È così villano con lei, villano e odioso. Come può dire di volerle bene se non comprende che non deve guastare la sua gioia. E così siedono in silenzio fianco fianco e ognuno pensa alla cattiveria dell’altro.

Ma Elli ha gli occhi che brillano.
Conosce le difficoltà della vita e le aggira con apparente leggerezza, mentre lo sguardo è velato dalla malinconia di chi sa d’essere solo.
È una ragazza emancipata, insegue il grande amore e non ha paura di viverlo fino in fondo, anche fisicamente.
Crede nell’amicizia e nella solidarietà e spesso, quando si sente vecchia e consumata, sogna di tornare bambina, per farsi cullare e amare dalla madre scomparsa.

Circondata da amici artisti, squattrinati quanto lei, Elli si butta a capofitto in un’impresa davvero notevole: fondare un kabarett e dare vita a un’attività che soddisfi la voglia di emergere di questi giovani pieni di sogni e speranze.
Nasce così Jazz, una fucina di talento e creatività, una fonte di energia per Elli e per i suoi compagni d’avventura.

Hullo dipinge manifesti, grandi e un po’ pazzi, come dice lui. Sui manifesti c’è scritto “Jazz”, soltanto “Jazz”. Elli lo sta a guardare devota:
«Ma non ti sembra un po’ ipocrita che ci chiamiamo Jazz? Ha decisamente un suono mondano, Jazz, non trovi?»
«No che non trovo!» Hullo continua a dipingere.
Ora tocca a una meravigliosa, illegibile J. «Trovo semplicemente che al giorno d’oggi tutto è Jazz, ciò che si sente e ciò che si vede. A questo ritmo si fanno manifestazioni, a questo ritmo si dipinge… e tu pure ci cammini! Ancora non l’hai capito?»

Basterà l’entusiasmo di questi giovani bohémiens a tenere in vita il sogno di calcare il palcoscenico?

Tutto è jazz è un gioiello scintillante, narrato con uno stile che ammicca continuamente al lettore; un breve romanzo che racconta – con toni ironici e al tempo stesso toccanti – temi ancora attuali e che ci regala un personaggio femminile incredibilmente contemporaneo, a cui è impossibile non affezionarsi.
Elli è una ragazza come lo siamo o lo siamo state tutte noi.
E noi, di certo, non la dimenticheremo.

Tutto è jazz di Lili Grün

un libro per chi: ha amato il film Fame e il Premio Oscar The Artist

autore: Lili Grün
titolo: Tutto è jazz
traduzione: Enrico Arosio
editore: Keller
pagg. 199
€ 15,50

Chi ha scritto questo post?

Emiliano-romagnola, ragazzina negli anni ’80, si è trasferita a Milano nel 2008 e per molto tempo è stata un "angelo custode di eventi".
Da anni si occupa anche di libri: modera incontri letterari, ha ideato e realizzato la rassegna Segreta è la notte e conduce diversi gruppi di lettura.
Pratica mindfulness dal 2012, sogna sempre le montagne e ascolta musica jazz.
È meno cattiva di quello che sembra e vorrebbe morire ascoltando “La Bohéme” di Puccini.

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