Volo di paglia di Laura Fusconi

Volo di paglia di Laura Fusconi

In questo periodo storico appare ancora più evidente la necessità di leggere narrativa che ci aiuti a ricordare il passato della nostra povera Italia, che oggi calpesta gli anni della resistenza, camminando a ritroso verso l’orrore.
È per questo, quindi, che Volo di paglia, romanzo d’esordio di Laura Fusconi in uscita oggi per Fazi, è un libro che merita di essere definito con un aggettivo superlativo.
Un esordio bellissimo e potente, che con le storie di Tommaso, Camillo e Lia ha preso possesso di tutti i miei pensieri e che da lì non se andrà tanto facilmente.

Volo di paglia

Siamo nella campagna piacentina, in quell’Emilia rossa e partigiana che non ha ancora dimenticato il doloroso passato dello squadrismo fascista.
È l’estate del 1998 e Lidia, appena terminata la scuola elementare, torna a trascorrere le vacanze nella casa di campagna, con i genitori e la sorellina Annachiara.
Il suo primo desiderio è quello di riabbracciare Luca, il suo migliore amico, che in quel paesaggio rurale vive tutto l’anno e che ogni estate attende con emozione il ritorno dell’amica del cuore.

Qualcosa però quest’anno è cambiato.
Luca è scostante e tormentato e non accoglie Lidia con il solito entusiasmo.
Sta cercando di tornare indietro nel tempo, di rimettere le cose al loro posto, di cambiare qualcosa del passato che influisce ancora sul presente. Per questo non ha tempo né voglia di giocare con Lidia a volo di paglia, il passatempo che hanno inventato e che li fa saltare dall’alto dei covoni, per cadere poi sul soffice fieno.

In campagna in quei giorni c’è anche Mara, ventottenne torinese. È tornata dopo otto anni per cercare di mettere a tacere il dolore che le attanaglia il cuore da quando fuggì, sconvolta e in lacrime, parecchie stagioni prima.

Era estate e avevano vent’anni: non c’era tempo, un bacio, un ballo e via, c’era ancora troppo da fare; i giorni volavano uno dopo l’altro, e non bastava stare svegli la notte e alzarsi all’alba. Solo ora, nel ricordo, quei giorni si erano dilatati fino a perdere i contorni, erano diventati un liquido denso che restava appiccicato i vestiti.

Le vite dei tre si incrociano nei campi scaldati dal sole, che nascondono segreti delittuosi e soffocano la spensieratezza degli innocenti.

Estate 1942.
Camillo e Tommaso sono amici inseparabili o almeno lo sono stati fino a quando il primo non s’è invaghito di Lia, la bambina più bella della classe.
Lia, che non solo si trova a essere odiata da Tommaso per la sua influenza su Camillo, ma è anche mal voluta da tanti, per essere la figlia di Gerardo Draghi, il ras della zona, che con la sua squadra di camicie nere impaurisce tutti gli abitanti della campagna e del paese, compiendo azioni violente e letali.

La scrittura della Fusconi è così evocativa e ficcante da trasformare in vivide immagini la brutalità del fascismo.
Commovente e straziante, infatti, è il capitolo in cui il piccolo Franco, compagno di Tommaso e Camillo e la cui unica colpa è essere figlio di un antifascista, racconta con terrore ciò che sta subendo.

Non gli ho fatto niente io alle fate, non ho pestato i loro fiori e manco ho raccolto le loro stupide bacche che non bisogna raccogliere sennò una fata muore. Non ho ucciso nessuna fata, perché mi hanno preso?

Altrettanto doloroso, fino a diventare stomachevole, è il momento in cui Don Antonio, il parroco della zona, viene assalito e massacrato dai fasci, a pochi passi da Luigi, suo giovanissimo protetto.

Luigi si alzò, sporco di pipì, sangue e muco e rientrò di corsa in casa con gli occhi pieni di lacrime. Scansò l’Elvira, che lanciò un urlo non appena lo vide, e arrivò alla porta in fondo al corridoio. Ci si buttò a peso morto e si ritrovò sull’altare. Non era mai stato in chiesa di notte: tutto era terrificante, dalla statua della Madonna col bambino al Cristo sulla croce, indifferente a quello che era appena successo alle sue spalle.

È attraverso queste pagine spietate e distruttive, narrate con la voce degli innocenti, che ci avviciniamo, senza alcuna protezione, all’orrore di ciò che sono stati la guerra e il fascismo e alle ferite ancora infette che hanno lasciato in chi ne è stato direttamente toccato.

Lo sguardo puro dei bambini, potrà sopravvivere a tutto questo Male?
La mostruosità di ciò che è stato visto e vissuto, lascerà traccia nelle loro vite?

Con una voce letteraria tanto crudele quanto giocosa – così come sanno essere i bambini -, Laura Fusconi firma un esordio fulminante, che si fa notare e che sarà molto difficile dimenticare.
Un racconto corale, in cui gli intrecci tra i vari personaggi ci conducono verso un unico atroce interrogativo:
le colpe dei padri ricadono davvero sempre sui figli?

Volo di paglia è un romanzo da leggere assolutamente, che fa riflettere e ravviva la memoria.
Dio solo sa quanto ne abbiamo bisogno oggi.

Volo di paglia di Laura Fusco

un libro per chi: sta cercando una storia indelebile

autore: Laura Fusconi
titolo: Volo di paglia
editore: Fazi
pagg. 240
€ 15,50

Chi ha scritto questo post?

Emiliano-romagnola, ragazzina negli anni ’80, si è trasferita a Milano nel 2008 e per molto tempo è stata un "angelo custode di eventi".
Da anni si occupa anche di libri: modera incontri letterari, ha ideato e realizzato la rassegna Segreta è la notte e conduce diversi gruppi di lettura.
Pratica mindfulness dal 2012, sogna sempre le montagne e ascolta musica jazz.
È meno cattiva di quello che sembra e vorrebbe morire ascoltando “La Bohéme” di Puccini.

(2) Commenti

  1. Elena però veramente leggo tantissimo e non ci sto dietro, e lavoro pure part time. Perché anche questa tua proposta odierna sembra tanto un MUST READ.
    Un abbraccione

    1. Per me SUPER MUST READ!
      Tanto per dartene l’idea di grandezza, assolutamente da leggere come il meraviglioso “Resto qui” di Marco Balzano.
      Sandra cara, i libri belli non scadono mai, con calma e pazienza arriverai a leggerli tutti!

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