Il romanzo dell’anno di Giorgio Biferali

Il romanzo dell'anno di Giorgio Biferali

Non sono decisamente adatta ai romanzi che parlano d’amore, a meno che questi non siano realistici e allo stesso tempo straordinari come Il romanzo dell’anno di Giorgio Biferali, da poco uscito per La Nave di Teseo.
Una lunga lettera d’amore che è anche diario dei ricordi, mai eccessivamente sentimentale eppure carico di ogni possibile umana emozione.

Il romanzo dell’anno

È la notte di capodanno tra il 2015 e il 2016 e mentre Roma festeggia, Livia cade in scooter ed entra in coma. Poco prima aveva litigato con il suo fidanzato Niccolò, perché spesso diventare grandi insieme non è così semplice come nelle fiabe del “vissero per sempre felici e contenti”.

Niccolò non ha nemmeno trent’anni, è orfano di entrambi i genitori, ha un fratello più piccolo di cui occuparsi e un grande buco nel cuore, che ha la stessa forma di tutti i vuoti di chi è stato troppo poco bambino e troppo a lungo adulto.
Il suo equilibrio lo ha trovato con quella ragazza, che alla prima uscita gli ha fatto un pompino con la naturalezza di chi sa d’aver trovato la persona giusta, l’anima gemella, il pezzo mancante di questo complicato puzzle che chiamiamo vita.

Stare con te è come stare con me stesso quando sono di buon umore.

Livia ora è bloccata in un letto d’ospedale, non si sa se e quando si risveglierà, così Niccolò decide di scriverle una lettera per raccontarle tutto ciò che sta perdendo di quel 2016 per lei così silenzioso.
Non solo i fatti privati e familiari di Nicco, ma anche tanti più o meno grandi avvenimenti di cronaca: dalla violenta e ingiusta morte di Giulio Regeni al suicidio di Tiziana Cantone, la ragazza che fu colpevolizzata e vessata per essersi lasciata riprendere in un atto sessuale con un omuncolo così piccolo da svenderla alla rete; poi, gli attentati terroristici di Nizza e Bruxelles, lo spettro della Brexit, l’incombere dell’ottusa politica di Trump, l’orrore della guerra in Siria, il terremoto di Amatrice, sono tanti gli eventi di cronaca che vanno a intrecciarsi con la vita spezzata di Niccolò, con il suo senso di vuoto e sospensione, di attesa per quel risveglio che rimetta al centro il loro amore, così semplice e così forte, come sono di solito i veri e grandi amori.

Anche noi avevamo una Moleskine dove sognavamo tutte le stranezze, le piccole cose che meritavano di essere ricordate, e poi andavamo al piano di sotto a prendercela con quelli che ci avevano rubato il titolo per i nostri romanzi. Ecco cosa c’era in quel fazzoletto spiegazzato, i “titoli che avremmo voluto dare ai nostri libri ma purtroppo li hanno già usati”: Luce d’agosto, Un giorno questo dolore ti sarà utile, Mentre morivo, Due, L’arte di correre, Vite che non sono la mia, Gli amori difficili, L’isola dell’infanzia, Geologia di un padre, Storia di un corpo, Zazie nel metrò, La ragazza dai capelli strani, Madre notte, Tutti gli intellettuali giovani e tristi. Ma poi il Niccolò scrittore e la Livia scrittrice sono rimasti lì, su quel fazzoletto, e sono diventati ricordi. Non basta innamorarsi, soffrire, crescere, cambiare, cadere, rialzarsi, rimanere orfani, sentirsi soli o incontrare personaggi strani, per scrivere un romanzo, se no saremmo tutti scrittori. A noi in fondo non importava granché, ci bastavano le vite che ci erano capitate, e che in parte avevamo scelto. Sempre pronti ad ascoltarci, ad accorciare le distanze, a rompere il silenzio con un bacio. A far di tutto, ogni giorno, per essere felici insieme.

Niccolò prova comunque a vivere, a viaggiare con gli amici di un tempo, a lavorare indossando un falso e pesante sorriso, a mantenere il ruolo di fratello maggiore, a conservare il desiderio per Livia, anche quando il sospetto di un tradimento rischia di far vacillare la convinzione profonda che quella sia l’unica donna per lui, l’unica ragazza da amare, l’unica con cui stare.

Una donna, a New York, è rimasta in coma dopo un incidente, era stata travolta da un SUV sulla Upper East Side. Quando si è svegliata, il marito era accanto a lei, gli mancava il fiato, non riusciva a crederci, ma lei non l’ha riconosciuto, l’ha scambiato per il dottore. Allora lui ha deciso di ricominciare tutto da capo, di corteggiarla di nuovo, di provare a conquistala ogni giorno. E alla fine, pensa, si sono sposati per la seconda volta. Lo farei anch’io, se tu adesso ti svegliassi e non riuscissi più a riconoscermi. Sei l’unica cui racconterei un’altra volta tutto quello che ho già raccontato a te, sei l’unica con cui non mi sembrerebbe di recitare.

Con una scrittura spontanea e di getto, fluida come i pensieri e semplice come la bellezza intrinseca di ogni cosa, Il romanzo dell’anno ci racconta un amore ordinario vissuto in un momento straordinario, puntando il riflettore sulle difficoltà delle relazioni sentimentali e sull’impegno necessario a tenerle in vita.
Giorgio Biferali pratica benissimo il mestiere di scrivere e lo dimostra con uno stile empatico così vivo e palpitante da proiettarci nelle storia, cancellando la barriera della pagina scritta, fino a quel finale sorprendente e inaspettato, carezzevole e confortante.

Il romanzo dell'anno di Giorgio Biferali

un libro per chi: sta passando un momento difficile e sente il bisogno di scavare a fondo in se stesso

autore: Giorgio Biferali
titolo: Il romanzo dell’anno
editore: La Nave di Teseo
pagg. 217
€ 17

Chi ha scritto questo post?

Emiliano-romagnola, ragazzina negli anni ’80, si è trasferita a Milano nel 2008 e per molto tempo è stata un "angelo custode di eventi".
Da anni si occupa anche di libri: modera incontri letterari, ha ideato e realizzato la rassegna Segreta è la notte e conduce diversi gruppi di lettura.
Pratica mindfulness dal 2012, sogna sempre le montagne e ascolta musica jazz.
È meno cattiva di quello che sembra e vorrebbe morire ascoltando “La Bohéme” di Puccini.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *