Di perle e cicatrici di Pedro Lemebel

Di perle e cicatrici di Pedro Lemebel

Non ricordo di aver mai letto un libro così bello e allo stesso tempo provocatorio e rabbioso.
Roberto Bolaño definì Pedro Lemebel “il miglior poeta della mia generazione”, e come spesso accade la poesia e le parole feriscono più di bombe e pistole.
Intenso, dissacrante, lucido, struggente, feroce, Di perle e cicatrici – pubblicato per la prima volta in Cile nel 1998 e oggi in Italia grazie a Edicola Ediciones, nell’eccellente traduzione di Silvia Falorni – ci presenta settanta brevi cronache che Lemebel scrisse per il programma radiofonico Cancionero di Radio Tierra.

Di perle e cicatrici

Scavano a fondo e feriscono questi scritti di Lemebel, messi su carta con la potente grazia di cui pochi grandi autori contemporanei sono dotati.
Sono perle di scrittura che raccontano le cicatrici di un popolo ferito, quello cileno, che l’11 settembre 1973 vide prendere il potere dal Generale Pinochet ed entrò nell’oscuro e maledetto tunnel di un regime liberista e anticomunista.
Dittatoriale.
Un governo che non esitò a torturare e uccidere chiunque non fosse in linea con il proprio pensiero totalitarista.

Tutti vedevano e preferivano non guardare, non sapere, non sentire quegli errori che filtravano dalla stampa straniera. Quei quartier generali tappezzati di prese e ganci sanguinolenti, quelle fosse di corpi contorti. Era troppo terribile per crederci. In questo paese così colto, di scrittori e poeti, non succedono queste cose, pure letteratura tremendista, pura propaganda marxista per screditare il governo, diceva la Mariana alzando il volume della musica per coprire i gemiti strozzati che trapelavano dal giardino.

I racconti di Lemebel sono storie di ordinario fascismo e tollerata ingiustizia civile e sociale, con cui il poeta ricorda e denuncia l’orrore non solo del regime militare ma anche e soprattutto quello perpetrato da quei personaggi popolari – starlette, finti intellettuali, attori e prime donne – che furono al fianco di Pinochet e lo sostennero negli anni della sua crudele egemonia.

Cronache vivide e talvolta strazianti, se non addirittura agghiaccianti, come nel caso delle dolorose parole spese per descrivere lo stupro di una giovane donna, rea di apparire libera e diversa.
Immagini che strozzano il fiato, che ribaltano lo stomaco, che provocano nel lettore una rabbia feroce, un senso di vergogna inaudito e insopportabile.

Erano tante le fauci che la mordevano, la succhiavano, come iene in festa; la notte senza luna fu complice della sua vessazione sullo sterrato. E lei sa di aver ululato chiedendo aiuto, è sicura che vicini abbiano sentito tutto guardando da dietro le tende, codardi, complici, silenziosi. Lei sa che tutto isolato ha spento le luci per non essere coinvolto. Anzi, per essere anonimi spettatori del giudizio collettivo. E seppe anche, quando l’ultimo stupratore se ne fu andato chiudendosi la zip, che doveva alzarsi come poteva, e mettere insieme brandelli di vestiti e coprirsi la carne nuda, violacea per i lividi.

Che il lettore, però, non si faccia intimorire dai temi, rinunciando alla scoperta di questo libro e del suo autore.
C’è più vita in queste trecento pagine che in intere librerie!
Una vita densa ed esplosiva, che si riflette in un linguaggio pronto a traboccare, pungente, sagace, sfrontato, magnetico, eppure mai eccessivo, ridondante, sfinente.

La cicatrice più nota, quella dei desaparecidos, ritorna più e più volte, a ricordarci che ciò che è accaduto una volta, può accadere ancora.

Entrambi facevano parte di un gruppo di cristiani per la liberazione. Entrambi furono arrestati con la bimba e ad oggi non se ne conosce la sorte. Poi le nonne della bambina consumarono le scarpe a furia di camminare, cercando, chiedendo di loro a Campo de Marte, Olimpo e Puente Doce. E hanno sempre risposto loro la stessa cosa: non si sa. Non risultano. Andate a rompere da un’altra parte.

Di perle e cicatrici è uno schiaffo, un memorandum, un viaggio, un dono.
Un libro magnifico che non si può dimenticare.

Di perle e cicatrici di Pedro Lemebel

un libro per chi: cerca la verità attraverso la bellezza della scrittura

autore: Pedro Lemebel
titolo: Di perle e cicatrici
traduzione: Silvia Falorni
editore: Edicola Ediciones
pagg. 325
€ 18

Chi ha scritto questo post?

Emiliano-romagnola, ragazzina negli anni ’80, si è trasferita a Milano nel 2008 e per molto tempo è stata un "angelo custode di eventi".
Da anni si occupa anche di libri: modera incontri letterari, ha ideato e realizzato la rassegna Segreta è la notte e conduce diversi gruppi di lettura.
Pratica mindfulness dal 2012, sogna sempre le montagne e ascolta musica jazz.
È meno cattiva di quello che sembra e vorrebbe morire ascoltando “La Bohéme” di Puccini.

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