Kramp di Maria José Ferrada

Kramp di Maria José Ferrada

Ci sono romanzi che dimostrano che non siano necessarie centinaia e centinaia di pagine per raccontare storie potenti e indelebili.
Kramp di Maria José Ferrada, pubblicato da Edicola Ediciones, è sicuramente uno di questi, con le sue centoventi pagine che magistralmente narrano la fine dell’infanzia della piccola M nel Cile degli Anni 70.

Kramp

L’uomo è appena arrivato sulla Luna, dimostrando al mondo che tutto è possibile se si mette in viaggio con entusiasta volontà.
M è solo una bambina di sette anni quando inizia a seguire D, il padre commesso viaggiatore rappresentante del marchio di prodotti da ferramenta Kramp.
Una bambina già fin troppo adulta, cresciuta in fretta nell’assenza dei genitori e la cui educazione è fatta di empirismo e deduzione.

Tutto quello che venne dopo fu possibile grazie al fatto che mia madre era assente. Non perché uscisse spesso di casa, ma perché una parte di lei ne aveva abbandonato il corpo e si rifiutava di tornare. Forse quel frammento di mia madre faceva l’astronauta, ed era stato in uno dei suoi viaggi nello spazio che aveva incrociato D (che dal giorno dell’allunaggio aveva l’abitudine di guardare il cielo di tanto in tanto) e aveva deciso che la parte di lei che avrebbe fatto ritorno sarebbe rimasta con lui. O meglio, con noi.

Così adulta da diventare necessaria all’attività di vendita di D, tanto da trattare per un adeguato stipendio, fatto di copiosi regali.
Così matura da mantenere il segreto con la madre e rassicurare il padre che tutto andrà come deve andare e nulla potrà intromettersi nel loro strambo rapporto fatto di viaggi in auto, notti in motel, sigarette fumate e affari stretti con negozianti ammaliati.

In un qualche teatro di un’altra vita avevo imparato diversi tipi di sguardo: lo sguardo indifferente, lo sguardo dolce con una punta malinconica, lo sguardo annoiato e quello di disperazione. L’ultima spiaggia ero lo sguardo sull’orlo delle lacrime. E quello era il più intenso di tutti. Se il negoziante si soffermava sulle mie pupille, invece di trovare me, trovava tutte le possibili manifestazioni della fragilità: la fame nel mondo; le sculture di ghiaccio che, dopo tanta fatica, finiscono col diventare acqua; la cagnolina Laika che gira, rigira e gira ancora, in una notte infinita. Erano andate tutte ad abitare dentro quei cerchietti cupi e minuscoli. Perché era quella la natura della vita: essere cupa e minuscola.

L’incontro con E, proiezionista cinematografico e fotografo a caccia di fantasmi in paesi ormai disabitati, rivela l’inaspettato passato della madre di M e di tutti coloro che ancora cercano i tanti, troppi, desaparecidos strappati alla vita. Fantasmi intrappolati tra i mondi, che bloccano tra questi chi ancora li attende.

La voce narrante di M, tra pragmatismo fanciullesco e adulta disillusione, si addentra in quei meandri dell’umanità che a volte fingiamo di non vedere, in quei meccanismi inceppati delle famiglie disfunzionali, che spesso esplodono e non possono essere riparati.

È un bene conoscere il meccanismo delle cose? Sapere come si muovono all’interno? Non ho ancora trovato una risposta a questa domanda. So solo che quando andai dal ferramenta e chiesi venti chiodi da tre pollici e un martello marca Kramp, il commesso mi disse che non ne vendevano da tempo. L’azienda aveva chiuso la filiale tre o quattro anni prima, non ricordava più precisamente quando.

Con una prosa delicata e allo stesso tempo ficcante, Maria José Ferrada mette in scena un quadro familiare che non si dimentica, così come non si può dimenticare la tragedia del Cile di Pinochet e di tutte quelle dittature che hanno distrutto relazioni e sogni di gente comune.
Kramp è il ritratto nostalgico e stupefacente di un passato puntellato di lati oscuri, ma anche luccicante di tutti quei desideri che ancora si potevano esprimere, perché tutto era possibile e Armstrong sulla Luna lo aveva dimostrato.
Un breve gioiello narrativo che lascia l’amaro in bocca e gli occhi lucidi.
Da leggere.

un libro per chi: aspettava ogni sera alla finestra il ritorno di papà dal lavoro

autrice: Maria José Ferrada
titolo: Kramp
traduzione: Marta Rota Núñez
editore: Edicola Ediciones
pagg. 128
€ 12

Chi ha scritto questo post?

Emiliano-romagnola, ragazzina negli anni ’80, si è trasferita a Milano nel 2008 e per molto tempo è stata un "angelo custode di eventi".
Da anni si occupa anche di libri: modera incontri letterari, ha ideato e realizzato la rassegna Segreta è la notte e conduce diversi gruppi di lettura.
Pratica mindfulness dal 2012, sogna sempre le montagne e ascolta musica jazz.
È meno cattiva di quello che sembra e vorrebbe morire ascoltando “La Bohéme” di Puccini.

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