La casa sull’argine di Daniela Raimondi

La casa sull'argine di Daniela Raimondi

All’incrocio tra Il mulino del Po di Riccardo Bacchelli e La casa degli spiriti di Isabel Allende si incontra il bel romanzo di Daniela Raimondi, La casa sull’argine, appena uscito per Editrice Nord.

La casa sull’argine

«È per colpa di una zingara che la famiglia si è imbastardita.»

La famiglia Casadio vive a Stellata di Bondeno, piccolo paese emiliano a pochi passi da Lombardia e Veneto.
È il 1800 quando una carovana di zingari passa per il piccolo borgo e non riparte più, seminando quelle che diventeranno radici solide con la nascita del piccolo Dollaro, figlio di Giacomo Casadio e di Viollca, nomade dai lunghi capelli corvini, capace di leggere il destino nelle linee della mano e nei tarocchi.

I colori scuri di Viollca si mischiano a quelli chiari di Giacomo e per molti anni la famiglia si spaccherà in due, tra mori dall’animo ribelle dotati di capacità occulte e biondi sognatori sempre sull’orlo della più cupa tristezza.
Su tutti, però, grava la profezia di Viollca, che ruota attorno a un matrimonio maledetto e alle terribili conseguenze che, decennio dopo decennio, colpiranno la sua discendenza.

Cosa dobbiamo fare qui, noi poveri vecchi, se non credere alle favole?

Non sono solo favole quelle che ci racconta Daniela Raimondi in queste pagine che scorrono fresche e vivaci come un ruscello in piena.
C’è la Storia d’Italia, quella che ha condizionato la vita di tutti i nostri avi e persino la nostra, e ci sono le storie dei singoli personaggi, tratteggiati con cura dall’autrice, che è riuscita nel difficile compito di riservare a ognuno una propria personale vicenda, intrecciandole poi tutte insieme fino a comporre un magnifico arazzo che può incantare anche il lettore più esigente.
Impossibile non appassionarsi alle innumerevoli avventure dei Casadio – mori e biondi – che, di volta in volta, hanno a che fare con le imprese dei mille garibaldini, con i due conflitti mondiali, con l’avvento delle dittature – non solo in Italia – e con l’emigrazione verso terre lontane.

Mese dopo mese, più gente sogna di partire. Vendono la vacca, o il mulo, e se ne vanno con le toppe ai pantaloni e l’anemia nel sangue. Dalla piccola stazione di Stellata prendono il treno per Poggio Rusco, poi da lì quello per Milano. Hanno paura di perdersi, paura che gli rubino le poche lire cucite dentro il risvolto delle mutande. E se poi non trovano il treno giusto? E se non capiscono i nomi e gli orari che il prete gli ha scritto sul foglio? Da Milano cambiano per Genova e lì si imbarcano su qualche piroscafo della Regia Marina per cercar fortuna in terre d’America. Hanno nella valigia le fotografie dei genitori, perché loro sono vecchi e preferiscono morire di fame che partire, almeno quella miseria la conoscono e non fa tanta paura come quella terra persa in mezzo all’oceano: un luogo sconosciuto che solo pensarlo li lascia sgomenti. Chi rimane resta a lottare contro le invasioni degli insetti, le malattie del frumento, la paura di una grandinata dell’estate o delle inondazioni del fiume a novembre che in un sol colpo poteva rovinare l’intero raccolto.

E ancora il boom economico del secondo dopoguerra, le ribellioni sessantottine e gli anni di piombo, la Storia è al centro del romanzo tanto quanto Giacomo, Viollca, Achille, Marta, Edvige, Adele, Neve, Donata, con le loro imprese e le disfatte, con gli amori, le passioni, i dolori, le perdite.
Con i loro morti, che ogni tanto tornano a fare capolino e a spargere un po’ di realismo magico, ciliegina su una torta letteraria davvero succulenta.

Infine, ma solo perché ormai è giunto per voi il momento di andare in libreria, è soprattutto la terra, quella che calpestiamo e che ci nutre, la vera protagonista di questa epopea padana.
La casa sull’argine è un romanzo appassionante che saprà farvi sentire a casa, ovunque siate nati e qualunque sia la vostra età.

La casa sull'argine di Daniela Raimondi

un libro per chi: ama il pranzo della domenica in famiglia e ricorda con affetto i racconti dei nonni

autore: Daniela Raimondi
titolo: La casa sull’argine
editore: Editrice Nord
pagg. 377
€ 18

Chi ha scritto questo post?

Emiliano-romagnola, ragazzina negli anni ’80, si è trasferita a Milano nel 2008 e per molto tempo è stata un "angelo custode di eventi".
Da anni si occupa anche di libri: modera incontri letterari, ha ideato e realizzato la rassegna Segreta è la notte e conduce diversi gruppi di lettura.
Pratica mindfulness dal 2012, sogna sempre le montagne e ascolta musica jazz.
È meno cattiva di quello che sembra e vorrebbe morire ascoltando “La Bohéme” di Puccini.

(3) Commenti

  1. sergio brignoli dice:

    Libro bellissimo, pieno di personaggi, di vita, di amore e… di tragedie. Paiono storie semplici di gente semplice ma ne esce un grandioso affresco. Davvero una grande scrittrice.

    1. Sono sempre stata convinta che le storie di ognuno di noi possano diventare un romanzo! La vita è così imprevedibile che, se ben raccontata, può affascinare tutti i lettori.

  2. VALERIA dice:

    “LA CASA SULL’ ARGINE” viene letto dall’ ANIMA dove ritrova l’intreccio di terra e di spirito di cui noi siamo fatti. Lo stesso inizio, la nonna che mentre impasta racconta alla nipote, ridendo e piangendo, la storia della loro famiglia riconduce all’esigenza del nostro essere: UNIRE il bisogno terreno di mangiare con la NECESSITÀ di nutrire lo spirito e lei lo fa con un gesto semplice, naturale; cosa che noi attualmente abbiamo perso e navighiamo nel buio, vivendo un’esistenza arida, priva di fondamenta.
    Di certo, io enfatizzo, col mio animo da sognatrice. Non so cosa abbia pensato la scrittrice ma il titolo stesso lo vedo come una metafora della vita: l’argine delimita il sottile confine che c’è tra i vivi e i morti e non a caso i Casadio ci vivono sopra, rimanendo in continuo contatto con i loro defunti.
    Daniela Raimondi SA “LEGGERE”, oltre che scriverne, LA VERA VITA:
    “Tutto pareva così ordinato e tranquillo, così profondamente famigliare, da sembrare impresso in una memoria atavica, passata di padre in figlio insieme al sangue”.
    CAPOLAVORO

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