La forma dell’acqua di Guillermo Del Toro

La forma dell'acqua

Dal libro al film?
Questa volta no. Questa volta libro e film sono nati insieme e si completano.
Non sto parlando di un film qualunque, ma del pluricandidato ai premi Oscar, già vincitore del Leone d’Oro a Venezia lo scorso settembre: La forma dell’acqua di Guillermo Del Toro.
Per me un vero grande capolavoro, un film per chi ama i film, come racconta magnificamente questo articolo de Il Post.

Il film

Ho avuto la grandissima fortuna di vederlo in anteprima lo scorso 18 gennaio, riscoprendo tra l’altro il mio sopito amore per i film in lingua originale.
Sono uscita dal cinema sognando di tuffarmi nei Navigli, alla ricerca di un mostro verde dai riflessi arcobaleno, con cui fidanzarmi e amarci per sempre.
E se lo dico io, che detesto l’acqua e difficilmente mi lascio emozionare da tutto ciò che la riguarda, potete essere certi che Del Toro abbia fatto un magnifico lavoro nel suggestionare il nostro immaginario. È riuscito a trasformare gli oscuri abissi e le acque gelide nell’atmosfera più romantica che si possa incontrare in una storia d’amore.

Perchè La forma dell’acqua è una grandissima storia d’amore. Una Bella e la Bestia che si congiunge al Mostro della Laguna; una favola romantica e onirica, dai contorni noir e con piccole striature da spy story.
Il film, ambientato nell’America degli anni ’60, racconta l’ordinaria vita della timida Elisa (Sally Hawkins), muta da sempre e inserviente in un centro di ricerca governativo, che s’innamora di un tritone scovato e catturato nelle acque dell’Amazzonia da Richard Strickland (Michael Shannon), un tipaccio volgare e violento che gode nel torturare quello che per tutti quanti è un mostro da analizzare e vivisezionare.
Elisa ha due soli amici: il vicino di casa Giles (Richard Jenkins), artista omosessuale avanti con gli anni e ormai deluso dalla vita professionale e amorosa, e la collega Zelda (Octavia Spencer, stupenda!), chiacchierona e brontolona ma anche generosa e ultra protettiva nei confronti dell’amica.
C’è poi il Dottor Hoffstetler, che si oppone all’inutile crudeltà di Strickland e che sarà elemento fondamentale nella direzione che prenderanno gli eventi, pur nascondendo un segreto che ci riconduce immediatamente all’epoca in cui è ambientata la storia.
Sono tantissime le cose che si potrebbero dire di questo capolavoro visionario, ma io tengo a sottolinearne una in particolare: La forma dell’acqua è un film sulla diversità e sulla tolleranza, che ci coinvolge nel profondo, perchè se scaviamo bene nella nostra storia personale, tutti noi, a un certo punto della vita, siamo stati i diversi, quelli originali e un po’ bizzarri, che si sono sentiti esclusi da qualcosa e da qualcuno.
E non c’entrano solo gli orientamenti sessuali, il colore della pelle e la classe di appartenenza, ma anche l’apparentemente semplice ma pure sempre difficile scelta di vivere come meglio crediamo, magari fuori dalle convenzioni della società.
Davvero un grande film, lo rivedrò volentieri e spesso.

La forma dell'acqua

La forma dell'acqua

La forma dell'acqua

La forma dell'acqua

La forma dell’acqua, il libro

In Italia uscirà il 1° marzo, ma io ieri sera l’ho letto in anteprima, per darmi la buonanotte e per auspicare sogni bellissimi, avventurosi e romantici.
Ovviamente dopo aver fatto un bagno nella mia piccola vasca.

La forma dell'acqua di Guillermo Del Toro

Del Toro ha dichiarato di aver lavorato contemporaneamente sulla scrittura del film e del romanzo, sviluppando parallelamente la storia.

C’è un tremolio scuro e sottomarino, quasi come il riflesso scattoso della zampa di un cane che sogna, poi una gocciolina d’acqua si solleva a pochi centimetri dal centro della piscina, ricade e innesca una delicata serie di cerchi concentrici, e subito il mormorio del laboratorio è soffocato da clangiri metallici. L’acqua rivela una forma a X, quella di quattro catene lunghe cinque metri l’una, saldate ai quattro angoli delle piscina, che si tendono a pelo d’acqua facendola spumeggiare. Al capo opposto, ognuna di esse tiene legata una stessa figura che emerge dal fondo. L’acqua che si apre, i riflessi arcobaleno, quelle ombre come ali di pipistrello: Elisa non capisce cosa sta guardando. E poi ecco, i riflessi di occhi come monete d’oro, quelli che ha visto nella cisterna, la luna e il sole.

Per questo chi ha amato il film troverà nel libro quel qualcosa in più che darà ancora più spessore ai personaggi.
Perchè Elisa non parla? Come mai è così timida e introversa? Cosa le è accaduto negli anni trascorsi in orfanotrofio?
Perchè Giles non ha più fiducia in se stesso? Cosa lo ha portato a sentirsi così vecchio e inutile?
E Strickland, è proprio malvagio o qualcosa lo ha turbato fino a renderlo un crudele psicopatico?
Nel romanzo firmato da Guillermo Del Toro e da Daniel Kraus troveremo la risposta a tutte queste domande e anche nuovi personaggi, che nel film in realtà avevano un’allure molto diversa.
Per esempio Lainie, moglie di Strickland e madre di Timmy e Tammy, che si rivelerà essere una femminista dalla parte dei più deboli. La sua storia si incrocia con quella di Giles, regalandoci il sogno che le brave persone esistano e che siano pronte ad aiutarci nei momenti di bisogno.

Su tutto, come nel film, la storia d’amore tra Elisa e il suo mostro dai riflessi arcobaleno, descritta con delicatezza e vero stupore, in un crescendo che, ve lo dico, commuove un bel po’.

La creatura è immobile come una roccia sommersa, non c’è tempo per riflettere. Elisa fa cadere tre compresse nell’acqua. Si sciolgono spumeggiando, lei mescola il liquido con la mano, indirizzando il sale verso il viso e il collo della creatura. Poi non c’è più nulla da fare, ed è tremendo. Gli stringe la mano. Quella mano enorme, palmata, luccicante di squame arcobaleno, striata delicate spirali. Lei usa entrambe le mani per piegare le dita di lui, che finiscono in lunghi artigli, finché non riesce a stringere le articolazioni come un chirurgo comprimerebbe un cuore.

La forma dell'acqua di Guillermo Del Toro

un libro per chi: ha adorato il film, ma anche per chi ancora non l’ha visto, per chi non lo vedrà e per chi lo ha visto e non lo ha amato, perchè questa storia racconta tante storie e tutte con qualcosa che ci riguarda da vicino.

autore: Guillermo Del Toro e Daniel Kraus
titolo: La forma dell’acqua
traduzione: Flavio Ianelli e Silvia Minucelli
editore: Tre60
pagg. 432
€ 18

Chi ha scritto questo post?

Emiliano-romagnola, ragazzina negli anni ’80, si è trasferita a Milano nel 2008 e per molto tempo è stata un "angelo custode di eventi".
Da anni si occupa anche di libri: modera incontri letterari, ha ideato e realizzato la rassegna Segreta è la notte e conduce diversi gruppi di lettura.
Pratica mindfulness dal 2012, sogna sempre le montagne e ascolta musica jazz.
È meno cattiva di quello che sembra e vorrebbe morire ascoltando “La Bohéme” di Puccini.

(3) Commenti

  1. mary jo dice:

    d’accordo su tutta la linea. Non sapevo che Del Toro avesse ne anche pubblicato il libro. Ho visto questo film due volte con mia figlia e l’abbiamo adorato, Una favola senza tempo.

    1. Il libro è quasi più bello del film! 😉

  2. Tomash dice:

    L’uomo è per metà ciò che è e per metà ciò che vorrebbe essere. E allo stesso modo, vogliamo cercare dei film per noi stessi.

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