Le parole sono importanti di Marco Balzano

Le parole sono importanti di Marco Balzano

Se ancora non avete conclamato il vostro amore per le parole, dopo aver letto il breve saggio di Marco Balzano, che prende il titolo da una famosa citazione di Nanni Moretti, non riuscirete più a resistere.
Sarà vera e propria passione, perché Le parole sono importanti, pubblicato da Einaudi, ci introduce al miracoloso mondo dell’etimologia, la scienza che ne studia l’origine e l’evoluzione, aprendoci la mente e ridando il giusto valore ai termini che troppo spesso sottovalutiamo.

Le parole sono importanti

Saremmo dei parlanti migliori se ci avessero abituato a guardare le radici delle parole, a smontarle, a riconoscerne prefissi e suffissi, derivati e omologhi.

Non si può che essere d’accordo con l’autore, che nelle prime pagine puntualizza lo scopo di questo suo militante saggio.
Balzano sceglie dieci parole comuni – divertente, confine, felicità, social, memoria, scuola, contento, fiducia, parola, Resistenza – ormai utilizzate in politica e sui media con accezioni che talvolta ne sviliscono il reale significato originario.

L’avventura inizia con divertente, aggettivo ormai appiattito e ridotto a sostituirsi a comico e buffo, che in realtà denota la capacità di essere diversi, di distaccarsi dal consueto viaggiando con leggerezza verso la libertà.
Oggi posso quindi perdonare quel tipo frequentato per anni, che soleva presentarmi agli amici come una ragazza molto divertente.

Oltre a questa resa dei miei conti, Balzano compie anche il miracolo di trasformare i confini in luoghi d’incontro e di scambio, varchi da cui i migranti posso aspirare a un vitale cambiamento.

Mantenendo uno sguardo lucido sull’attualità e non perdendo mai di vista la situazione politica italiana e mondiale, Marco Balzano ci mostra il più ampio spettro possibile di significati.
Così ci stupiamo quando ci viene ricordato che la parola social deriva dal latino socius, perché colui che accompagna ci sembra un concetto lontanissimo dal mondo virtuale in cui molti trascorrono il tempo attaccando altri.

Al contrario, purtroppo, non ci sorprende più che la memoria rischi di scomparire dietro il crescente oscurantismo sociale e politico, ed è di fronte all’appassionata narrazione dello scrittore che ci rendiamo conto di dover combattere per mantenerla viva nel suo significato primario.

Forse la necessità di chiarire parole come passato, memoria, ricordo è prima di tutto rivolta a me stesso. Uno scrittore, infatti, non si occupa d’altro che di memoria. Anche quando scrive il più sperimentale e futuristico dei romanzi, il passato, individuale e collettivo, rappresenta il bagaglio più ampio da cui attinge, la dimensione temporale che influenza il suo sguardo sul mondo e che determina la visione delle cose di cui vuole farsi portavoce. Non confondere queste parole significa allora salvaguardarsi dal credere interessante un episodio della propria vita che non ha collegamento con quella degli altri, distinguere un’attività intellettuale da una esclusivamente emotiva, cercare di selezionare ciò che riguarda ancora l’oggi da ciò che ormai se n’è per sempre distaccato.

Balzano vince su tutto quando ribadisce che il lettore è colui che sa raccogliere le lettere e trasformarle in parole, cogliendone il significato e avviando lo scambio che le rende vive.

Le parole sono importanti è un piccolo libro dal potere infinito, che risveglia la necessità di sapere e conoscere, rinnovando nel lettore la consapevolezza che le parole siano amiche fidate su cui contare e ribadendo che, in quanto tali, sia necessario rispettarle e curarle.

Le parole sono importanti di Marco Balzano

un libro per chi: non si stanca mai d’imparare e crescere

autore: Marco Balzano
titolo: Le parole sono importanti
editore: Einaudi
pagg. 85
€ 12

Chi ha scritto questo post?

Emiliano-romagnola, ragazzina negli anni ’80, si è trasferita a Milano nel 2008 e per molto tempo è stata un "angelo custode di eventi".
Da anni si occupa anche di libri: modera incontri letterari, ha ideato e realizzato la rassegna Segreta è la notte e conduce diversi gruppi di lettura.
Pratica mindfulness dal 2012, sogna sempre le montagne e ascolta musica jazz.
È meno cattiva di quello che sembra e vorrebbe morire ascoltando “La Bohéme” di Puccini.

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