Leggere Rebecca Kauffman

La casa di Fripp Island di Rebecca Kauffman

È sempre un grande privilegio per lettori e lettrici innamorarsi perdutamente dello stile e delle storie di un autore o di un’autrice.
Un privilegio enorme, perché va ammesso che non sono poi tanti i libri che fanno scattare i colpi di fulmine che si tramutano poi in vere e proprie relazioni durature, basate sulla fiducia che riponiamo in chi scrive storie che catturano immediatamente la nostra attenzione e raccontano la vita così come dovrebbe esserci raccontata.
Nella ristretta e personalissima lista, da qualche settimana è entrata Rebecca Kauffman, americana dell’Ohio rurale, che con La casa dei Gunner (SUR, 2020) ha acceso la miccia e con La casa di Fripp Island (SUR, 2021) ha alimentato il fuoco.

La casa dei Gunner

La storia è quella di sei amici, che si conoscono da ragazzini e saranno legati per sempre.
Un gruppo di losers alla Stephen King (echi di It e Stand by me in primis) ma anche come i più pop Goonies del film cult di Richard Donner, tralasciandone però sia l’orrore che la sfacciata comicità.
I Gunner sono Alice, Jimmy, Lynn, Sam, Sally e Mikey. Si sono incontrati tra le strette vie senza uscita della periferia americana e si sono fatti coraggio per anni, per aiutarsi a crescere in un mondo difficile e rude, senza l’orizzonte luminoso del sogno americano.

Una storia a più voci in cui spicca la figura di Mikey, il collante che ha sempre cercato di tenere unito il gruppo, smussando gli angoli delle diversità e appianando i conflitti della crescita.
Un personaggio straordinario e indimenticabile, raccontato da Kauffman con una tale sensibilità da renderlo umano oltre le pagine.
Rimasto a Lackawanna perché non ha mai pensato di avere altre radici, Mikey ha condiviso questa scelta immobile con l’introversa Sally, che a 16 anni aveva respinto il gruppo di amici, isolandosi a tal punto da diventare un fantasma.

Dieci anni dopo, Sally si uccide gettandosi da un ponte e Mikey è ancora lì, a indagare su se stesso e il senso della vita.

Mikey era distrutto, confuso, disorientato. Non riusciva a pensare a nient’altro; eppure, per quanto a lungo e intensamente pensasse a Sally, non arrivava mai a capirla fino in fondo. Inoltre, mentre tentava di richiamare alla memoria qualche ricordo dell’amica, si rese conto di non essere mai riuscito a capire fino in fondo neanche sé stesso, di non essere mai arrivato a toccare qualcosa di sé che gli paresse totalmente vero o reale. Cominciò a chiedersi se dentro avesse davvero qualcosa. Forse era un uomo vuoto.

Perché Sally s’è tolta la vita? Ma soprattutto, perché dieci anni prima aveva deciso di allontanarsi dagli amici senza dare spiegazioni? Che segreto nascondeva?

Alice, Jimmy, Lynn, Sam e Mikey, che negli anni hanno mantenuto i contatti, seppur distanti fisicamente e ormai diversissimi nelle strade percorse, si ritrovano al funerale dell’amica scomparsa e in una successiva notte di veglia in cui si metteranno a confronto, ciascuno convinto in cuor proprio di essere stato la causa dell’allontanamento di Sally, del suo essere sparita come amica e come persona.
Ognuno con un segreto da raccontare, con un peso sul cuore da scagliare il più lontano possibile.
Con una mano da tendere agli altri per sentirsi di nuovo amati e compresi.

Jimmy rimase per un attimo in silenzio, passandosi una mano tra i capelli scuri e lucidi. «C’erano una volta sei grandi amici», cominciò. «Erano tutti diversi, ma insieme si trovavano benissimo. Uno di loro amava i numeri e le soluzioni. Una amava la musica e desiderava che il mondo fosse più bello. Un’altra era una leader senza paura che voleva proteggere tutti quanti. Uno di loro voleva sempre far ridere tutti. Uno era gentile e insegnava agli altri a volersi bene. L’ultima era… un mistero. I sei avevano bisogno gli uni degli altri. Erano fatti gli uni per gli altri». Jimmy rimase zitto per un istante, poi disse: «Fine».

Rebecca Kauffman, con una sensibilità rara e preziosa che sa scavare negli anfratti più oscuri dell’animo umano, ha scritto un notevole romanzo corale in cui le voci si uniscono in una grande storia di amicizia, forse l’unico tipo d’amore che può davvero durare per sempre.

La casa dei Gunner di Rebecca Kauffman

un libro per chi: va ancora alle cene di classe

autrice: Rebecca Kauffman
titolo: La casa dei Gunner
traduzione: Alice Cesarini
editore: SUR
pagg. 293
€ 17.50

La casa di Fripp Island

C’è ancora una volta un mistero e ancora una volta è un coro di voci a raccontarsi in quest’ultimo romanzo di Rebecca Kauffman.
Fin dalle prime pagine scopriamo che qualcuno è morto sull’isola di Fripp Island, un luogo di vacanza per ricchi, al largo della Carolina del Sud.
Ma chi sarà il cadavere che parla?

Sarà qualcuno della famiglia benestante di Lisa o della più modesta Poppy?
Le due sono amiche da sempre, sono cresciute nello stesso paese e hanno condiviso tutte le grandi avventure dell’adolescenza e della giovinezza.

Poppy poi ha sposato un uomo semplice, John, un operaio che è sempre riuscito a portare i pasti a tavola, senza però mai poter dare alla moglie e alla prole, Alex e Ryan, una vacanza lussuosa.
Lisa, invece, ha scelto Scott, un avvocato che i soldi li ha fatti lucrando sulle disgrazie altrui, concedendo alla moglie e alle figlie Kimmy e Rae vizi e lussi di ogni genere.

Le due famiglie si ritrovano a Fripp Island per trascorrere insieme qualche giorno della vacanza che Scott ha vinto alla lotteria della convention dello studio per cui lavora.

A Lisa dava fastidio che la gente senza soldi sembrasse convinta di potersi lamentare a gran voce e di continuo della gente con i soldi, di tutti gli aspetti per cui la loro vita appariva così diversa e strana, mentre lei non si sarebbe mai sognata di pronunciare una sola parola sulla loro vita o sulla loro casa.

Se Poppy ama davvero John, Lisa invece con Scott non ha più nulla da spartire oltre al conto in banca e all’educazione delle figlie. Convinta che il marito la tradisca e che per loro non ci sia un futuro, si confida con l’amica che di certo non la giudica ma che le ricorda quanto valga, pur compiacendosi di non avere certi problemi.
L’intreccio narrativo ruota attorno alle diverse dinamiche familiari e in particolare punta a raccontare come i quattro figli stiano percorrendo la difficile fase della crescita verso l’età adulta.
Alex ha scelto di tagliarsi i capelli cortissimi e di non dare forma esteriore alla propria femminilità, Ryan ha un’intelligenza brillante senza però disdegnare teorie complottiste e surreali, Kimmy fa i capricci e prende con eccessiva frivolezza qualsiasi cosa e Rae sogna di essere già adulta e di farsi trascinare dalla passione e dalle pulsioni.

Ogni personaggio ha qualcosa da nascondere, piccoli segreti mai detti, sogni di cui ci si vergogna, ambizioni che non si possono dire, malefatte che scavano dentro e lasciano buchi da colmare.

Tutto scorre nella penna vivace di Kauffman, che inesorabilmente ci trascina verso la risoluzione del mistero: chi è morto e come?

La paura, si rese conto infine, era follemente innamorata dell’amore. Ne era ossessionata. Faceva di tutto per attirarne l’attenzione, modulando le proprie particolarità per adattarsi all’amore. E l’amore era altrettanto accogliente con la paura: le lasciava spazio, la faceva entrare e le dava una casa, ed entrambi agivano in sinergia e in perfetta sincronia, aggrappandosi l’uno all’altra come corpi caldi nella notte.

A Fripp Island qualcosa di grave e irreparabile è accaduto ma Rebecca Kaufmann ci lascia con la speranza che dal male possa nascere un nuovo equilibrio, una nuova scia luminosa che possa indicare una strada meno dolorosa seppur complessa.
Un altro romanzo da cui è difficile staccarsi perché racconta magnificamente i contrasti della vita e dell’animo umano.

La casa di Fripp Island di Rebecca Kauffman

un libro per chi: ama intrufolarsi nelle dinamiche familiari

autrice: Rebecca Kauffman
titolo: La casa di Fripp Island
traduzione: Alice Cesarini
editore: SUR
pagg. 308
€ 17.50

Chi ha scritto questo post?

Emiliano-romagnola, ragazzina negli anni ’80, si è trasferita a Milano nel 2008 e per molto tempo è stata un "angelo custode di eventi".
Da anni si occupa anche di libri: modera incontri letterari, ha ideato e realizzato la rassegna Segreta è la notte e conduce diversi gruppi di lettura.
Pratica mindfulness dal 2012, sogna sempre le montagne e ascolta musica jazz.
È meno cattiva di quello che sembra e vorrebbe morire ascoltando “La Bohéme” di Puccini.

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