Mio marito di Maud Ventura

Mio marito di Maud Ventura

Articolo a cura di Metella Orazi.

Parafrasando una celebre frase in Anna Karenina di Tolstoj si potrebbe dire che tutti i matrimoni felici sono uguali, ogni matrimonio infelice è infelice a modo suo. È tenendo a mente questa premessa che si può raccontare Mio marito, libro d’esordio di Maud Ventura pubblicato da SEM.

Mio marito

La protagonista è un’avvenente quarantenne che di lavoro fa la traduttrice e vive con la famiglia dei sogni in una grande casa; ha due figli brillanti che non danno nessun problema e sopra ogni cosa svetta l’amore folle per il marito, che anche dopo quindici anni insieme, ama come il primo giorno.
Tutto quello che la circonda le parla di lui, del suo amore; persino tutti i libri che traduce, da quelli sul giardinaggio a quelli ambientati nell’antico Egitto, tutto le conferma quello che nel suo intimo sa da sempre: senza suo marito non riuscirebbe più a vivere.

Ma come si fa ad alimentare continuamente un amore corrisposto anche se non sempre passionale?

Invidio le vedove, le amanti e le donne abbandonate, dato che io vivo da quindici anni nella sfortuna costante di essere corrisposta, di conoscere una passione senza apparenti intoppi.
Quante volte ho sperato che mio marito mi mentisse, che mi tradisse o che mi lasciasse: la parte della divorziata distrutta è più facile da interpretare. È già scritta. È già stata recitata.

Il marito è ineccepibile, legge le storie ai bambini e le dà baci fugaci e teneri, mentre la donna brucia di una passione che non può palesare completamente perché non sta bene che una madre borghese ed elegante, come si presume sia lei, la dimostri in modo sfacciato.

Nella mia vita il cattivo gusto è sempre rimasto un pericolo costante, poiché ho capito fin da subito che con i soldi di mio marito non avrei comprato né l’eleganza né le buone maniere.

La protagonista racconta la sua vita dal lunedì alla domenica e tra le contingenze del quotidiano comincia ad appuntarsi nel quaderno delle “colpe” ciò che ritiene dimostri del disamore da parte del marito, piccoli segni che dimostrino che lui non la ama più, o che perlomeno non la ami abbastanza.

Alle colpe corrispondono anche delle punizioni, piccole ripicche, gesti ingannevoli che lo mettono alla prova, come non accarezzarlo per un giorno o non rispondere al telefono quando la chiamerà, ma anche azioni più importanti che da lei non ci si aspetterebbe ma che compie sempre in ragione dell’amore coniugale.

Ventura con una penna intinta nell’ironia imbastisce una storia di amore “folle” declinato in più significati, analizza in maniera chirurgica le emozioni nascoste di una donna che ha una dipendenza affettiva e che potrebbe sacrificare anche i figli sull’altare dell’amore per il suo uomo perché per lei non esiste né un prima né un dopo senza la presenza con il marito.

Mio marito segna l’inizio della mia vita degna di essere archiviata.

Sembra che Mio marito distrugga in poco più di duecento pagine ciò che il femminismo ha conquistato in anni di storia, ma in verità non è così, perché non c’è niente di assolutistico o giudicante; la giovane autrice, infatti, racconta un’ossessione amorosa e apre la strada a vari interrogativi intorno alla coppia, con cui possiamo empatizzare o rifuggire a seconda delle personali predisposizioni.

Mio marito di Maud Ventura

un libro per chi: è curioso di sbirciare nella mente di una donna che alla domanda Cosa c’è?, risponde secca: Niente!

autrice: Maud Ventura
titolo: Mio marito
traduzione: Mauro Cazzolla
editore: SEM
pagg. 220
€ 19

Chi ha scritto questo post?

Marchignola (marchigiana+romagnola), vive al mare, che ama in tutte le stagioni.
Per quasi vent'anni è stata libraia e ora, pur senza libreria, continua a pensare e agire da libraia: parla di libri, fotografa i libri che vorrebbe e quelli letti per ricordare di averli letti e continua a impilare libri su libri che forse un giorno leggerà.
Ama i gatti, i viaggi, la storia dell’arte, il cinema e il teatro, insomma, tutto ciò che racconti il mondo.
Crede fermamente nel potere delle storie e della condivisione, perché se la lettura è un atto solitario, i libri sono fatti apposta per creare connessioni. Non chiedetele di scegliere un libro preferito, potrebbe entrare in crisi, cambiando idea di continuo.

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