Passeggiare la notte di Leila Mottley

Passeggiare la notte di Leila Mottley

Articolo a cura di Metella Orazi.

Con il romanzo d’esordio Passeggiare la notte, pubblicato da Bollati Boringhieri, l’autrice americana Leila Mottley ci accompagna nella mente e nel corpo di Kiara, una diciassettenne che deve sopravvivere sola a Oakland, in California.

Passeggiare la notte

Kiara Johnson un giorno riceve, come tutti gli altri condomini degli appartamenti che si affacciano su una piscina malandata, l’ingiunzione di aumento dell’affitto.

Ce la facciamo a malapena adesso, con un paio di mesi di arretrati, e Marcus non porta soldi a casa. Io supplico di fare qualche turno in più al negozio di liquori e conto il numero di cracker rimasti nella dispensa. Non possediamo neppure un portafoglio e guardandolo, guardando l’alone offuscato sul suo viso, so che a questo giro non ce la caveremo come abbiamo fatto l’ultima volta che il nostro mondo è andato sottosopra, non basterà una cornice vuota in cui un tempo c’era la foto di Mama.

Kiara non può contare sul fratello Marcus, che si è messo in testa di diventare un rapper famoso senza avere talento per la musica e trascura il lavoro in favore degli amici e delle aspirazioni; la madre è assente, allontanata dopo un grave episodio è ora ospite di una comunità protetta; il padre è morto già da tempo e la sua mancanza è ancora vivida. Inoltre c’è anche Trevor di cui prendersi cura, figlio della vicina Dee che quando non è strafatta sparisce, il ragazzino di nove anni che senza di lei non avrebbe neppure da mangiare.

Kiara senza un titolo di studio e poca esperienza dovuta alla giovane età fatica a trovare un lavoro che la sostenti, a Oakland sembra impossibile che ci sia qualcosa di adatto e accessibile.
Gli amici Ale, Tony, Cole, Shauna, Lacy al campetto di skatebord, importanti come per ogni adolescente, non possono però capire quanto sia disperata la situazione, tranne parlare superficialmente e condividere qualche piatto caldo non sanno dell’abisso in cui rischia di cadere.

Ho un corpo e una famiglia che ha bisogno di me, quindi mi sono rassegnata a quello che devo fare per tenerci in piedi, di nuovo su questa strada triste. Sono sbilenca, metà camminata metà incespicata. Su e giù lungo Internetional: niente musica, niente Tony, solo io e uno stomaco pieno di tequila.

Un incontro casuale in un bar segna la svolta, da quel momento Kiara decide che l’unica cosa che le rimane, il suo corpo, può significare l’affitto pagato e il cibo nella dispensa e decide di venderlo.

Kiara diventa quasi da subito la preferita di un gruppo di poliziotti che riconosce grazie ai numeri di badge: 612, 190, 601, perché sono quelli che vede quando le stanno sopra e non le interessa sapere altro.

I poliziotti credono di essere invincibili. Mi vogliono solo per dimostrare a loro stessi che possono avermi, che non ci saranno conseguenze nel puntarmi una pistola alla tempia, nel prendermi. Vogliono che mi senta minuscola in modo da potersi sentire dei giganti, e in questo momento ci riescono.

Questi rappresentanti della Legge, però, a volte non la pagano, perché le dicono che si deve ritenere fortunata a ricevere la loro protezione, e Kiara è così costretta a subire anche questa ulteriore umiliazione per sopravvivere, arrivando a stordirsi con l’alcool, così da non vedere cosa fanno con il suo corpo e riuscire a resistere.
La consapevolezza quasi materna di poter aiutare Trevor che ogni mattina l’aspetta per farsi accompagnare alla fermata del bus è una spinta che supera lo schifo e per questo continua a prostituirsi.

Tutto precipita quando uno dei poliziotti muore e fa il nome di Kira, che viene coinvolta nello scandalo e deve decidere: smascherare i soprusi operati dal gruppo oppure tacere, ricacciare in gola le nefandezze per non essere la causa di altre rovine?

La storia raccontata da Mottley prende le mosse da un fatto di cronaca realmente accaduto a Oakland nel 2015 che ha coinvolto il dipartimento di polizia accusato di corruzione e sfruttamento. Tutto il racconto è permeato dal razzismo che sta alla base di alcuni ambienti e dai pregiudizi che l’indigenza genera nella società sempre più estranea e distaccata.

L’originalità e la potenza di Passeggiare la notte sono nella lingua che colpisce per crudezza mista a tenerezza e riesce a seguire l’evoluzione di una protagonista indimenticabile che crede di non aver mai avuto scelta ma cerca ugualmente il suo riscatto nella parola.

Mottley esordisce con un romanzo graffiante e contemporaneo parlando – senza mai muovere alcun giudizio – di quelle vite ai margini che sembrano non interessare nessuno ma che una volta incontrate non vorremmo lasciare mai più.

Passeggiare la notte di Leila Mottley

un libro per chi: vuole aggirarsi per delle strade californiane insolitamente poco trafficate, dove l’America rappresentata non è quella del sogno

autrice: Leila Mottley
titolo: Passeggiare la notte
traduzione: Claudia Durastanti
editore: Bollati Boringhieri
pagg. 272
18

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Marchignola (marchigiana+romagnola), vive al mare, che ama in tutte le stagioni.
Per quasi vent'anni è stata libraia e ora, pur senza libreria, continua a pensare e agire da libraia: parla di libri, fotografa i libri che vorrebbe e quelli letti per ricordare di averli letti e continua a impilare libri su libri che forse un giorno leggerà.
Ama i gatti, i viaggi, la storia dell’arte, il cinema e il teatro, insomma, tutto ciò che racconti il mondo.
Crede fermamente nel potere delle storie e della condivisione, perché se la lettura è un atto solitario, i libri sono fatti apposta per creare connessioni. Non chiedetele di scegliere un libro preferito, potrebbe entrare in crisi, cambiando idea di continuo.

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