Bastava chiedere! di Emma

Bastava chiedere! Dieci storie di femminismo quotidiano di Emma

Non c’è molto che si possa dire sul graphic novel del momento oltre all’incitamento a comprarlo, leggerlo e diffonderlo il più possibile.
Bastava chiedere! della francese Emma, pubblicato in Italia da Laterza, centra in pieno la questione del carico mentale, quel meccanismo vizioso che opprime buona parte delle donne, a casa ma anche sul lavoro.

Bastava chiedere! Dieci storie di femminismo quotidiano

Che cos’è il carico mentale?
È la prima delle dieci storie raccontate da Emma a fare il punto sull’atteggiamento tipicamente maschile di comportarsi di fatto come un ospite nella propria casa e di non alzare un dito per la gestione delle faccende domestiche, attendendo che sia la donna a chiedere aiuto.
Un atteggiamento che fa di questi maschi i semplici esecutori – quando va bene – di un piano organizzativo congegnato dalle donne, che portano quindi sulle proprie spalle un peso – fisico, mentale ed emotivo – troppo spesso sottovalutato.
Un peso che può schiacciare e portare all’esaurimento, ancor di più quando viene minimizzato da chi, invece di sostenere, sbeffeggia con placido sarcasmo.

Perché sarà capitato a tutte di raccogliere un calzino da terra con il semplice intento di buttarlo nel cestino della biancheria, finendo poi – trovando quel cesto pieno fino a scoppiare – a fare un bucato, non senza prima aver raccolto quello precedentemente steso, magari pieno di mutande, calzini e camicie maschili.

Ma non è questo l’unico argomento affrontato dalla blogger femminista e ingegnera informatica francese.
Alzino la mano tutte quelle che si sono sentite dire “Ehi rilassati!” quando hanno alzato la voce (anche solo metaforicamente) per difendersi da un’aggressione maschile. E per aggressione qui non s’intende esclusivamente quella fisica ma anche quella verbale delle solite battute trite e ritrite che spesso escono dalla bocca degli uomini.

A tutte sarà capitato di sentirsi chiedere almeno una volta “Hai le tue cose?” in risposta al nervosismo derivato da un commento o un comportamento maschile inappropriato. Ma anche di fronte a una nostra qualsiasi richiesta diretta, consapevole e determinata.
Emma ci spiega anche questo, con i suoi disegni dal tratto fanciullesco e i testi leggeri ma profondamente incisivi, basati su accurate ricerche antropologiche, sociologiche e talvolta scientifiche.

Non si tralascia nemmeno il piacere femminile e l’importanza di conoscere a fondo il proprio corpo e il caro, necessario e spesso trascurato clitoride.
E ancora la depressione post partum e il body shaming, di cui, ahinoi!, non si parla mai abbastanza.

Questo libro è fondamentale per individuare ciò che spesso, noi donne per prime, non riusciamo a vedere nella nostra quotidianità, ovvero tutti quei comportamenti maschilisti e patriarcali che ci sono stati rappresentati come normali fin da quando eravamo bambine.
Atteggiamenti, parole e azioni che, ora che siamo adulte, possiamo individuare e combattere, iniziando proprio dall’educazione dei più piccoli, che dobbiamo tenere ben lontani da stereotipi radicati, insegnando loro ad avere un futuro più equo del nostro presente.

Il femminismo non è mai morto ed Emma qui, tra colori pastello e potenti battute, lo ricorda a tutte noi.

un libro per chi: soprattutto per i compagni, i mariti, i fidanzati, gli uomini di casa, i figli maschi, i padri e chi più ne ha più ne metta!

autrice: Emma
titolo: Bastava chiedere!
traduzione: Giovanna Laterza
editore: Laterza
pagg. 186
€ 18

Chi ha scritto questo post?

Emiliano-romagnola, ragazzina negli anni ’80, si è trasferita a Milano nel 2008 e per molto tempo è stata un "angelo custode di eventi".
Da anni si occupa anche di libri: modera incontri letterari, ha ideato e realizzato la rassegna Segreta è la notte e conduce diversi gruppi di lettura.
Pratica mindfulness dal 2012, sogna sempre le montagne e ascolta musica jazz.
È meno cattiva di quello che sembra e vorrebbe morire ascoltando “La Bohéme” di Puccini.

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