Il tuffatore di Elena Stancanelli

Il tuffatore di Elena Stancanelli

Chi è Il tuffatore del titolo del nuovo libro di Elena Stancanelli, pubblicato da La nave di Teseo?
Un nome che ai Millenials e alla Generazione Z suonerà perlopiù sconosciuto ma che invece stimolerà parecchi ricordi a chi la Prima Repubblica l’ha vissuta davvero: quel Raul Gardini che fu uno tra i più grandi imprenditori tra gli Anni Ottanta e Novanta, prima di suicidarsi nei giorni oscuri e tempestosi di Mani Pulite.

Il tuffatore

Il Novecento è stato l’ultimo secolo in cui forma e contenuto hanno coinciso. C’erano le mezze stagioni, le fragole sapevano di fragola e la braciolina di braciolina, senza che nessuno dovesse preoccuparsene. Il patto era che la realtà esisteva ed era quella che avevamo davanti agli occhi. Fine.

Stancanelli compie un’impresa non certo epica ma sicuramente ammirevole e ben riuscita, mossa da quella che lei stessa definisce ossessione: citando diverse fonti (interviste, biografie, articoli di giornale), ci racconta un Gardini uomo che, per quanto inquieto e difficile, desta nei lettori e nelle lettrici ben più di qualche attenzione, che pagina dopo pagina può addirittura trasformarsi in un sentimento che si muove tra affetto e rispetto.

A partire dagli anni della gioventù, stuzzicato da un padre contadino con uno spiccato senso imprenditoriale, il fascinoso e aitante Raul imperversa nella provinciale Ravenna, tuffandosi impavido nelle acque della darsena e attirando gli sguardi femminili.
Tra questi, quello che lui contraccambia arriva dagli occhi di Idina Ferruzzi, figlia del ricco Serafino, signore di tanti affari, partito anch’esso dalle materie prime agricole, di cui Raul diventerà l’erede non solo pecuniario ma anche ideologico.

Gardini aveva una voce un po’ sorda. Un forte accento romagnolo, un andamento borbottante. Che potrebbe dipendere da quel modo bizzarro di muovere pochissimo la bocca mentre parlava. Raul parlava in fretta, e la voce quando deve correre si mantiene in superficie, non trova le tonalità scure. Anche questa può essere una conseguenza delle sigarette. Tolgono il fiato. Quindi qualcuno rallenta e la voce si abbassa, mentre altri, come Gardini, si affrettano perché la frase non si spezzi, il tono non si incrini.

Di carattere sanguigno e fumantino, Gardini nelle parole di Elena Stancanelli è un marito leale, un padre orgoglioso, un imprenditore sfrontato, un ecologista troppo in anticipo sui tempi, un visionario lungimirante e, solo infine, il corruttore che sarà travolto dalle indagini capitanate da Antonio Di Pietro, volte a smascherare il sistema fraudolento che colludeva grandi partiti e imprenditori italiani.

Fu anche l’uomo che tenne gli italiani svegli la notte a seguire uno sport che prima di allora non era mai passato sui nostri schermi, quando il Moro di Venezia – imbarcazione fortemente voluta dall’uomo di mare Raul – vinse la Louis Vuitton Cup e si giocò la Coppa America con l’imbarcazione statunitense America³.

Tradito prima di tutto da se stesso e da quel senso di onnipotenza che pervade tutti gli uomini che possono permettersi di giocare con i miliardi, Gardini arriva al suo triste e risaputo epilogo lasciando nei lettori e nelle lettrici un certo scoramento, come se la Storia, nello scorrere delle pagine, avesse comunque potuto cambiare.

Il 24 febbraio a Padova, in un convegno dove sono presenti quadri e dirigenti Enimont, Gardini pronuncia il famoso discorso da cui viene estrapolata la frase a cui verrà inchiodato: “Ci ho messo i soldi, la mia imprenditorialità, l’organizzazione, gli uomini, la mia credibilità e voglio che mi si creda. La chimica italiana sono io. Ho il coraggio, la determinazione, i progetti e il capitale per fare una grande chimica”.

Menzione speciale all’autrice per il breve capitolo dedicato a Berlusconi, che ci regala un ritratto che più veritiero non si può:
Berlusconi sta ad Agnelli come Little Tony sta ad Elvis Presley”.

Con una narrazione mirabile che mescola un’ineccepibile ricostruzione dei fatti a una rielaborazione personale e intima, perché da sempre la grande Storia passa attraverso la nostra e viceversa, Il tuffatore racconta come un romanzo più che avvincente l’ascesa e la caduta del guascone Gardini e la nascita di una nuova Repubblica, che oggi fa acqua da tutte le parti, ma questa è un’altra storia.

Il tuffatore di Elena Stancanelli

un libro per chi: ha nostalgia della Prima Repubblica

autrice: Elena Stancanelli
titolo: Il tuffatore
editore: La nave di Teseo
pagg. 224
€ 18

Chi ha scritto questo post?

Emiliano-romagnola, ragazzina negli anni ’80, si è trasferita a Milano nel 2008 e per molto tempo è stata un "angelo custode di eventi".
Da anni si occupa anche di libri: modera incontri letterari, ha ideato e realizzato la rassegna Segreta è la notte e conduce diversi gruppi di lettura.
Pratica mindfulness dal 2012, sogna sempre le montagne e ascolta musica jazz.
È meno cattiva di quello che sembra e vorrebbe morire ascoltando “La Bohéme” di Puccini.

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