Ragazze elettriche di Naomi Alderman

Ragazze elettriche di Naomi Alderman

Il potere di fare del male è uno stato di benessere.

È questa la citazione che più di tutte colpisce, leggendo l’ormai (giustamente) noto romanzo distopico scritto dall’inglese Naomi Alderman, Ragazze elettriche.
Un romanzo di 446 pagine, che scorre veloce tra l’orrore di certe immagini e la curiosità di scoprire una trama spiazzante e sconvolgente.
Un libro che può essere punto di partenza per interessanti discussioni su civiltà e sentimenti.

Ragazze elettriche

Il romanzo della Alderman si svolge in un’epoca indefinibile. È il passato o è il futuro? Per quanto ci si arrovelli lungo il racconto, questo rimane un mistero ed è il primo elemento che fa vacillare le nostre certezze.
Tutto inizia con il potere (The Power è il titolo originale del romanzo) che, da un giorno all’altro, si sviluppa in alcune ragazze. Grazie a una piccola matassa di filamenti che si trova accanto alle clavicole, le giovani donne riescono a produrre e lanciare dalle mani scariche elettriche in grado di ferire e, addirittura, uccidere i destinatari.
Ora, immaginate se questa capacità si fosse sviluppata in tutte quelle donne che nel 2017 hanno denunciato le molestie subite da uomini di potere (penso ad Asia Argento, a Uma Thruman, ad Ashley Judd, a tutte le promotrici del movimento #metoo e a ogni vittima di soprusi maschili): quanti di quegli uomini avremmo visto friggere in televisione e sui giornali?

Ragazze elettriche, attraverso il punto di vista di quattro diversi personaggi femminili e uno maschile, ci racconta cosa potrebbe accadere se questo potere nascesse davvero e si diffondesse tra le donne, relegando in un angolo gli uomini ed escludendoli dalla vita pubblica. Una narrazione su più piani, che si ricongiunge di volta in volta, ricamando una trama ai limiti della fantascienza e dell’orrore.

Durerà l’illusione che l’avvento del potere elettrico renda il mondo migliore?
Il potere logora chiunque, maschio o femmina, è questo che vuole dirci l’autrice?

La scrittura della Alderman è incalzante, diretta, molto semplice, in alcuni tratti addirittura fin troppo essenziale, eppure ci incolla alla pagina e non ci molla nemmeno quando ne siamo distanti fisicamente, trascinandoci nell’orrore di quel nuovo mondo, disturbato e violento come il peggiore degli incubi.
Una prosa che strizza l’occhio alle serie tv, e infatti è già cosa nota che ne siano stati venduti i diritti.

Sul canale della C-Span c’è un breve sommario che accenna a “severe misure militari” in quella “regione in tumulto”, ma molto più spazio è dedicato a un’altra azione terroristica interna nell’Idaho. UrbanDox e gli idioti al suo seguito sono riusciti a cambiare la storia. Quando adesso si parla di diritti degli uomini, si parla di loro, e delle loro teorie cospirative, della loro violenza, e del bisogno di misure di controllo e di limiti. Nessuno ha voglia di sentire quello che sta succedendo lì. La verità è sempre stata una merce più complessa di quello che il mercato può confezionare e vendere agevolmente.

Viene spontaneo, durante la lettura, pensare a tutte quelle notizie che i più attenti conoscono, anche se non diffuse dai media tradizionali: le stragi di civili in paesi dall’altra parte del pianeta, la condizione femminile in quello che consideriamo (erroneamente) terzo mondo, i genocidi etnici e mille altre atrocità, che molti di noi evitano di vedere, di approfondire e di combattere.
L’orrore descritto nel romanzo esiste già, inutile negarlo. Ne siamo circondati, ne siamo ormai sopraffatti.

Ragazze elettriche di Naomi Alderman

un libro per chi: si interroga sul declino della civiltà, ama il genere distopico e da bambina/o è rimasta/o affascinata/o dai giochi di potere del mitico Il pianeta delle scimmie

autrice: Naomi Alderman
titolo: Ragazze elettriche
traduzione: Silvia Bre
editore: nottetempo
pagg. 446
€ 20

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Chi ha scritto questo post?

Emiliano-romagnola, ragazzina negli anni ’80, si è trasferita a Milano nel 2008 e per molto tempo è stata un "angelo custode di eventi".
Da anni si occupa anche di libri: modera incontri letterari, ha ideato e realizzato la rassegna Segreta è la notte e conduce diversi gruppi di lettura.
Pratica mindfulness dal 2012, sogna sempre le montagne e ascolta musica jazz.
È meno cattiva di quello che sembra e vorrebbe morire ascoltando “La Bohéme” di Puccini.

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