La vita che desideri di Francesco Memo e Barbara Borlini

La vita che desideri di Francesco Memo e Barbara Borlini

Sono stata del tutto conquistata dal graphic novel La vita che desideri di Francesco Memo e Barbara Borlini, pubblicato da Tunué.
Un volume importante, nella forma e nel contenuto, che con lucida e disarmante sincerità racconta l’orrore della guerra e del fascismo, ma anche la forza dell’amore e il doloroso percorso di chi, negli anni più bui del Novecento italiano, era costretto a negare e nascondere la propria identità sessuale.

La vita che desideri

E se non puoi la vita che desideri
cerca almeno questo
per quanto sia in te: non sciuparla…

Constantinos Kavafis

i militari si confrontano su come organizzare e fomentare le truppe

Giulio combatte nelle puzzolenti e sanguinarie trincee della Grande Guerra, dove ritrova un giovane austriaco che aveva incontrato un anno prima in un parco viennese, intento a compiere un delitto passionale.
Barbette non è né uomo né donna, è fatto d’amore e di carne, di lussuria e passione, di libertà e alti ideali.
A Vienna si esibiva in un cabaret, conquistando chiunque con la sua sensualità prorompente; la guerra ora lo ha portato lì, ostaggio degli italiani, a un passo dalle braccia di Giulio, che finalmente apre gli occhi sull’orrore della battaglia, sulla falsità della propaganda politica e sulla propria sessualità.
Bellissimo e perfetto.

Barbette spiega a Giulio l'inesistente senso della guerra

Gli anni del dopo guerra sono faticosamente trascorsi, il fascismo ormai ha fatto leva sugli italiani, trasformandoli in automi capaci solo di diffondere odio e parlare per frasi fatte.
Tra questi c’è anche il giovane Giorgio, figlio di un disprezzato socialista e pronto a immolarsi nel nome di Mussolini.
È l’estate del 1935 e il ragazzo, spinto dalla madre che sogna per lui un futuro migliore di quello del balilla che diviene soldato, trova lavoro al Grand Hotel Eden sul Lago Maggiore; lì ritroviamo Giulio, diventato il rispettato direttore della struttura, con tanto di colta moglie berlinese e una vivace passione per l’arte, la lettura e la bellezza.

la moglie di Giulio dice la sua sul fascismo

In un clima che giorno dopo giorno diventa sempre più rissoso, pericoloso e violento, Giulio prende sotto la propria ala il giovane e rabbioso fascista, avvicinandolo all’amore per la lettura dei classici greci.
Basta una sola notte di passione per farne un amante in fuga e un amore per sempre, e i due non si rivedranno per anni, fino a quando l’armistizio firmato da Badoglio nel settembre del ’43 accrescerà ancora di più l’orrore della guerra, l’intolleranza verso il diverso e la violenza contro gli ebrei.

La narrazione disegnata da Memo e Borlini non nasconde nulla di quell’epoca becera e oscura, grazie anche all’accurato studio di fonti storiche rilevanti, che vengono citate con grato trasporto nelle note finali.
Pregno di citazioni e suggestioni, suddiviso in quattro parti caratterizzate da diverse scelte cromatiche, capace di spaziare tra violenza pubblica e privata, tra ideologia e sentimento, questo importante romanzo grafico si rivela un vero capolavoro letterario, da leggere e rileggere.
Un libro che coltiva la memoria – con coraggio e rispetto ma senza alcuna retorica – e che, ancora una volta, ribadisce la necessità di diffondere cultura per generare e animare il pensiero critico, costruendo profonde fondamenta su cui poggiare la libertà.

La vita che desideri di Francesco Memo e Barbara Borlini

un libro per chi: PER TUTTI

autore: Francesco Memo e Barbara Borlini
titolo: La vita che desideri
editore: Tunué
pagg. 328
€ 29

Chi ha scritto questo post?

Emiliano-romagnola, ragazzina negli anni ’80, si è trasferita a Milano nel 2008 e per molto tempo è stata un "angelo custode di eventi".
Da anni si occupa anche di libri: modera incontri letterari, ha ideato e realizzato la rassegna Segreta è la notte e conduce diversi gruppi di lettura.
Pratica mindfulness dal 2012, sogna sempre le montagne e ascolta musica jazz.
È meno cattiva di quello che sembra e vorrebbe morire ascoltando “La Bohéme” di Puccini.

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