La vita altrove di Guadalupe Nettel

La vita altrove, pubblicato da La Nuova Frontiera, è una raccolta di racconti in cui Guadalupe Nettel riesce a fotografare, con parole essenziali e cristalline, la natura umana alle prese con la contemporaneità e con il desiderio, spesso latente, di cambiare direzione alla propria esistenza.
Ne parleremo il prossimo 6 giugno per il gruppo di lettura Babele.

La vita altrove

Nettel cattura subito l’attenzione con L’imprinting, il primo degli otto racconti, in cui una giovane studentessa ritrova per caso in ospedale lo zio, fratello della madre, messo al bando dalla famiglia parecchi anni prima, senza alcuna dichiarata spiegazione.
Se inizialmente la ragazza non sente alcun particolare legame con l’uomo che non vedeva da troppo tempo, un lieve tocco della mano le fa percepire un’intimità antica, un sigillo sul vecchio legame familiare mai dimenticato dal corpo.

L’intimità familiare è in modo del tutto diverso presente anche nel racconto successivo, La confranternita degli orfani, dove è il dolore dell’abbandono a unire in un legame indissolubile tutti i figli e le figlie di nessuno e dove la famiglia può essere un luogo niente affatto sicuro.

Di rado decidiamo il da farsi basandoci sul presente, e men che mai sull’intuizione del momento. Agiamo partendo dalle esperienze positive e negative che abbiamo vissuto in passato e dai pregiudizi sulla realtà che ci siamo costruiti in base a quelle.

La famiglia, infatti, per i personaggi creati dalla scrittrice messicana non è sempre un comodo e accogliente cuscino su cui riposare: c’è chi, come Gabriela in Giocare col fuoco, cerca di tenerla insieme dopo un periodo particolarmente stressante, e chi, come il protagonista sessantenne de La porta rosa, ha vissuto un lungo matrimonio apparentemente soddisfacente ma sente la nostalgia dei primi tempi dell’amore, quando l’incertezza e la passione rendevano la vita più entusiasmante.

La mia strategia per sopravvivere consisteva nell’occupare le zone grigie, gli interstizi che sfuggivano ai tentacoli di mia moglie in quanto insignificanti. Cose come scegliere la marca del caffè o il modo di separare la spazzatura mi permettevano di conservare la mia dignità in questa famiglia, ma non bastavano per mettere insieme una quantità sufficiente di entusiasmo e neppure per placare il risentimento causato dal non essere stato padrone del mio destino per decenni.

Non mancano gli elementi dichiaratamente fantastici ma appaiono più volte anche i riferimenti alla pandemia che ha bloccato il mondo intero, sicuramente l’avvenimento reale più inimmaginabile che ha segnato questi tempi.
Tutti i personaggi di questi racconti vagano per le proprie storie alla ricerca di ciò che non hanno, che talvolta non ricordano, che forse non avranno mai, che credono di desiderare.
L’umanità di Nettel non sa attendere, deve comprendere, intrufolarsi nelle vite altrui, cambiare le cose, perché fermarsi significherebbe accettare il fallimento dei propri desideri, perché il presente non può restare immobile e deve tendere a un futuro altrove, anche se confuso e inusuale.

L’infanzia non finisce tutto in una volta come avremmo voluto da bambini. Rimane lì, rintanata e silenziosa nei nostri corpi maturi, poi appassiti, finché un bel giorno, dopo molti anni, quando crediamo che il carico di amarezza e di disperazione che portiamo sulle spalle ci abbia irrimediabilmente trasformato in adulti, ricompare con la rapidità e la potenza di un lampo, ferendoci con la sua freschezza, con la sua innocenza, con la sua dose infallibile di ingenuità, ma soprattutto con la certezza che quello sia stato, davvero, l’ultimo barlume che ne abbiamo avuto.

Guadalupe Nettel conferma, se ancora ce ne fosse bisogno, di meritare un posto nell’Olimpo di chi è capace di creare mondi sul confine tra realtà e realismo magico, risultando convincente agli occhi di lettori e lettrici completamente soggiogati da una lingua tanto sobria quanto meticolosa.
Da leggere.

un libro per chi: si guarda sempre attorno, pronta a fuggire altrove

autrice: Guadalupe Nettel
titolo: La vita altrove
traduzione: Federica Niola
editore: La Nuova Frontiera
pagg. 154
€ 16.90

Babele il gruppo di lettura disordinato

Chi ha scritto questo post?

Emiliano-romagnola, ragazzina negli anni ’80, si è trasferita a Milano nel 2008 e per molto tempo è stata un "angelo custode di eventi".
Da anni si occupa anche di libri: modera incontri letterari, ha ideato e realizzato la rassegna Segreta è la notte e conduce diversi gruppi di lettura.
Pratica mindfulness dal 2012, sogna sempre le montagne e ascolta musica jazz.
È meno cattiva di quello che sembra e vorrebbe morire ascoltando “La Bohéme” di Puccini.

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