La vergine del bordello di Hubert e Kerascoët

La vergine del bordello di Hubert e Kerascoët

Chi ha amato Pelle d’uomo non potrà non apprezzare anche La vergine del bordello, altra opera grafica scritta dal compianto Hubert e disegnata dai Kerascoët.

La vergine del bordello

Lo sceneggiatore francese qui tocca nuovamente temi a lui cari, come l‘identità di genere, l’omofobia e la lotta contro gli stereotipi, e lo fa raccontando la storia di una giovane ragazza nella Parigi degli Anni Trenta che, a seguito dell’assassinio della sorella, decide di indagare ed entrare tra le mura di un prestiigioso bordello.

La timida e morigerata Bianca lavora come domestica con la sorella Agata, decisamente più scaltra e decisa divertirsi nelle balere parigine.
La città è scossa dai terribili omicidi commessi dal macellaio della guinguette, che fa a pezzi giovani donne di diversa estrazione sociale.

Una notte, Bianca è testimone di qualcosa che non avrebbe dovuto vedere e a farne le spese è la sorella, freddata da un improvviso colpo di pistola, che per la Polizia si risolve con la classificazione come suicidio.

Decisa a risolvere il delitto e a rendere giustizia alla sorella, Bianca, nonostante il moralismo e la pudicizia, si fa assumere al Pompadour, un bordello di lusso frequentato da nobili e da uomini potenti.
Grazie alla sua verginità e a un innato talento per il sadismo, mosso perlopiù dalla rabbia che cova, Bianca diventerà famossima e molto richiesta dai clienti, muovendosi quindi liberamente per indagare e scoprire la verità.

Se nel primo episodio del volume seguiamo la protagonista nelle sue indagini, fino al finale spiazzante, che la strasforma in una spietata vendicatrice, nel secondo la troviamo innamorata di Antoine, bel nobile dai modi gentili, che la corteggia e la ricopre di regali ma che in realtà nasconde un segreto, qualcosa di indicibile e inaccettabile dalle convenzioni dell’epoca.

A fare compagnia a Bianca, spicca la figura della saggia e indomabile Miss Jo, una trans copia sputata di Josephine Baker, molto apprezzata dagli avventori del bordello, purtroppo più come attrazione ambulante che come essere umano.

La bravura degli autori sta nell’alternare il dramma personale di Bianca a scene di grande leggerezza, mantenendo sempre un sottile stato di suspense e pur non perdendo mai di vista il tema principale, ovvero le difficoltà di vivere in un mondo pieno di convenzioni sociali che limitano la libertà e costringono le persone a nascondere la propria natura e i propri desideri.

La vergine del bordello è una lettura piacevole e decisamente avvincente, che non esita a denunciare le magagne del potere e l’arretratezza di certe convinzioni.

La vergine del bordello di Hubert e Kerascoët

un libro per chi: ha voglia di una lettura che scorre veloce pur trattando temi importanti

autori: Hubert (sceneggiatura) e Kerascoët (disegni)
titolo: La vergine del bordello
traduzione: Francesco Savino
editore: Bao Publishing
pagg. 192
€ 22

Chi ha scritto questo post?

Emiliano-romagnola, ragazzina negli anni ’80, si è trasferita a Milano nel 2008 e per molto tempo è stata un "angelo custode di eventi".
Da anni si occupa anche di libri: modera incontri letterari, ha ideato e realizzato la rassegna Segreta è la notte e conduce diversi gruppi di lettura.
Pratica mindfulness dal 2012, sogna sempre le montagne e ascolta musica jazz.
È meno cattiva di quello che sembra e vorrebbe morire ascoltando “La Bohéme” di Puccini.

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